Riri, la pornodiva che pare uscita da un manga

UDINE. Riri Kuribayashi ha ventotto anni e in Giappone, dov'è la sua casa, vive facendo l'attrice porno. Non lo fa certo perché qualcuno glielo ha imposto, ha deciso da sola, convinta che non avrebbe in nessun modo passato la vita a fare la commessa nel negozio della compagnia telefonica in cui aveva trovato un impiego. Quando non lavora, la sua è una vita normalissima. Si alza tardi al mattino, va in giro per negozi e passa le serate al karaoke con le amiche. Dimenticate l'apparenza aggressiva e prosperosa delle colleghe occidentali (o asiatiche per il mercato occidentale) perché, infilata nel suo succinto abitino da Lolita pop, disegnato dal manager apposta per lei, sembra appena uscita da un manga, da una fanzine, da un Cosplay, ma non certo da un set a luci rosse. Almeno non secondo un immaginario europeo.
A Udine è arrivata due giorni fa per accompagnare il regista Morikawa Kei nella presentazione della Av comedy "Make room" al Far East Film Festival. Il film è un curioso progetto realizzato in due sole giornate di lavorazione a bassissimo costo (sono stati sufficienti 250mila yen, meno di duemila euro), girato in un unico ambiente, cioè la stanza del trucco nel backstage di un film porno, dove le attrici vanno e vengono per sistemare il loro aspetto nell'attesa di tornare sul set. Un microcosmo familiare, una sorta di sit-com in cui si incontrano caratteri, desideri, delusioni e ambizioni. «È l'adattamento cinematografico di un precedente lavoro scritto per il teatro - spiega il regista - volevo provare a raccontare qualcosa di diverso, un aspetto dell'industria pornografica che nessuno conosce, mostrarne anche gli aspetti quotidiani, il lato umano delle persone che ci lavorano e incuriosire lo spettatore. È un mondo che conosco bene perché lavoro in questo ambiente da trent'anni, prima come assistente, poi come regista».
Nessuna scena esplicita o sesso torrido in questo curioso esperimento che mescola teatro e metacinema, perché tutto ciò che appartiene alla sfera dell'hard resta sempre rigorosamente "fuori campo". Perciò appare quantomeno originale la decisione di Morikawa Kei, di selezionare per il cast del suo film attrici del cosiddetto AV ("Adult Video") per ruoli che implicano una recitazione professionale e non delle performance erotiche. «Mi è sembrato naturale che a interpretare il ruolo delle attrici porno, fossero ragazze che quel mestiere lo fanno davvero. Conoscono già il repertorio di emozioni e di sensazioni, perché sono le stesse che queste ragazze provano davvero». Conferma Riri, che passare a recitare un ruolo non erotico è stato quanto di più naturale al mondo, anche se «c'erano lunghe battute da imparare». Forse per lei si apre la prospettiva di abbandonare il settore dell'hard per una carriera di diverso genere, ma la cosa non sembra affatto preoccuparla, nonostante la concorrenza nell'ambiente sia spietata. «Moltissime ragazze vogliono entrare in quest'industria, ma rispetto ad altre colleghe ho diverse carte da giocare. Oltre ad aver realizzato 150-200 video ho lavorato in produzioni cinematografiche e da poco mi occupo anche di musica, canto in una pop-band. Queste sono le armi grazie alle quali la mia carriera va avanti da sette anni e non so esattamente cosa farò in futuro, di sicuro continuare a fare tutto ciò che faccio oggi, sperando di ricevere altre proposte». In cima ai sogni, almeno così sembra, tenersi stretta la popolarità conquistata. E magari, un giorno, mettere anche su famiglia. Il produttore di "Make Room" è Adam Torel, vicino al Far East e a casa Tucker perché insieme, lo scorso anno, hanno portato a termine il primo dei progetti di produzione della casa di distribuzione friulana. Si trattava di "Fuku Chan of Fukufuku Flats", un film di Yosuke Fujita. Grazie a Torel "Make Room" ha varcato i confini nazionali giapponesi, approdando, a Udine dopo lo Yubari International Fantastic Film Festival, dove il film ha vinto il Grand Prix della Fantastic Off-Theater Competition.
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