Renzo Rosso battezza Its: «Trieste è ormai nel mondo internazionale della moda»

Lo stilista ospite come giurato per il contest ideato da Barbara Franchin che si tiene stasera e che vede in gara i più promettenti giovani fashion designer provenienti da tutto il mondo  

TRIESTE Torna a Trieste anche quest’anno, in veste di giurato a Its, il concorso internazionale per giovani stilisti emergenti, Renzo Rosso, fondatore del marchio Diesel e a capo di un vero e proprio impero della moda la cui filosofia si manifesta chiaramente già nel nome: Otb, acronimo che sta per “Only The Brave”, a indicare che solo chi ha coraggio, chi osa uscire dai recinti del noto e scommettere sul nuovo può arrivare al successo. Stasera, Rosso vedrà sfilare i 22 finalisti che da ogni parte del mondo porteranno la loro creatività al Magazzino 42.

Renzo Rosso, la sua liaison con Trieste va avanti da quasi vent’anni. Della manifestazione Its – International Talent Support è stato partner e sostenitore fin dagli albori. Cosa rappresenta per lei Trieste? E come mai ha scelto di abbracciare il progetto di Barbara Franchin?

«Trieste per me è indubbiamente e in primis la casa di Its, progetto che nel 2000 mi è stato presentato da Barbara e che ho subito scelto di supportare perché nel Dna di quello che noi siamo sempre stati come azienda: creatività, internazionalità, autenticità, passione».

Tra le novità annunciate da Its c’è Arcademy, un progetto visionario che guarda al futuro puntando tutto sulla formazione, la sperimentazione e la ricerca. Quanto conta la formazione nel mondo del fashion? Renzo Rosso potrebbe far parte di questo pensatoio della moda?

«Sento di farne già parte, fosse altro che perché facciamo parte della famiglia di Its da 18 anni e molti dei capi dell’archivio sono stati creati dai finalisti su brief di Diesel! La formazione, la sperimentazione e la ricerca sono fondamentali, lo sappiamo noi che cerchiamo costantemente talenti da inserire nelle nostre aziende. L’archivio e le mostre temporanee di Arcademy offriranno uno spazio di dialogo sulla moda e il design per esperti e studiosi del settore, così come per persone normali o turisti che si vogliono avvicinare e capirne di più; sarà una fonte inesauribile di esperienza, creatività e manualità per studenti, insegnanti e scuole di moda; e sarà il punto di incontro e contatto di tutta la famiglia di Its negli anni».

L’innovazione che si sperimenta nelle creazioni dei partecipanti a Its gioca un ruolo cruciale solo nel mondo dell’alta moda o anche nel pret-a-porter?

«L’innovazione è la linfa essenziale che manda avanti questo settore e il nostro lavoro quotidianamente. E ciò vale per ogni categoria di moda, dall’alta moda, al pret-à-porter, al casualwear. Io invito sempre gli uffici stile dei marchi del nostro gruppo qui a Trieste per vedere cosa sta succedendo, dove batte il cuore delle giovani generazioni, chi sono i nuovi talenti che vale la pena tenere d’occhio, e quali sono le tendenze creative che si muovono nel mondo. Il team di Its realizza anche dei bellissimi report sui temi che ogni anno uniscono i finalisti di paesi, culture e stili diversi. La moda ha questo di bello, è un linguaggio universale, una specie di esperanto visuale ed emozionale, che si presenta ogni anni davanti ai nostri occhi a Trieste».

Per i giovani che si avvicinano al settore della moda conta di più il talento o lo studio?

«Entrambi. Il talento ti dà decisamente una marcia in più, ma se non lo sposi con lo studio e l’esperienza, rischia di restare fino a se stesso e di non crescere e maturare».

Uno dei temi più dibattuti oggi è quello che riguarda la sostenibilità del fashion business. Its 2019 assegnerà persino un premio per la sostenibilità. Cosa si può fare concretamente in quest’ambito?

«Si può e si deve fare tanto. La moda e il tessile sono la seconda industria più inquinante al mondo quindi noi non possiamo non fare qualcosa a riguardo o la nostra stessa esistenza sarà messa in discussione. Come gruppo e come brand ci stiamo muovendo in questa direzione , anche con il supporto di professionisti del settore, per far sì che gli impatti (ambientali, sociali, economici) di quello che facciamo siano minimali e costantemente ridotti, ma anche cercando di individuare il nostro percorso nella creazione e utilizzo di processi e materie innovative e responsabili. Una gran parte di quello che succede nel mondo oggi è stato causato da non conoscenza e leggerezza, è proprio qui che dobbiamo cominciare a incidere».

Ritiene che Trieste possa avere un ruolo nel mondo internazionale della moda?

«Credo che grazie a Its Trieste abbia già un suo spazio nel mondo internazionale della moda. Senza fare il verso alle storiche capitali della moda, ma essendosi invece ritagliato un ruolo tutto suo come il luogo in cui i giovanissimi talenti della moda di tutto il mondo, selezionati con attenzione e passione, si ritrovano, creando un mini effetto ’sisma’, una forza che si scatenerà dove meno ci si aspetta». —
 

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