Regaliamo un fiore alla mamma. Magari l’azalea firmata Airc
Da oltre trent’anni c’è una pianta speciale che cresce e fiorisce nelle case, sui balconi e nei giardini degli italiani. Si tratta dell’Azalea della ricerca dell’Associazione italiana per la ricerca sul cancro, non un semplice fiore ma un vero e proprio simbolo della battaglia contro i tumori femminili. Oggi, in occasione della Festa della mamma, l’Azalea della ricerca torna in 3.600 piazze di tutta Italia dove 20mila volontari distribuiranno 600mila coloratissime piantine a fronte di una donazione minima di 15 euro. Un regalo speciale per festeggiare le mamme e tutte le donne, un regalo importante per sostenere concretamente il lavoro di tutti i ricercatori Airc.
Oltre 63.000 donne ogni anno in Italia sono colpite da un tumore al seno o agli organi riproduttivi. Il cancro al seno pur essendo il più frequente, con circa 48.000 nuove diagnosi, è anche la patologia per la quale la ricerca ha ottenuto i migliori risultati, portando la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi dal 78 all’87 per cento solo negli ultimi due decenni. Un traguardo importante, ma ancora lontano dal 100%, soprattutto se si considera l’aumento dell’incidenza del tumore al seno nella fascia di età 30-40 anni: sono infatti circa 3.000 le giovani donne, ogni anno sottoposte a protocolli di cura per questo tumore, che potrebbero vedere compromessa la possibilità di avere dei figli al termine delle terapie. «Per una donna giovane ricevere una diagnosi di tumore è doppiamente angosciante, da un lato deve far fronte alla malattia, dall’altro vede all’improvviso cambiare il suo futuro perché le chemioterapie possono comprometterne la fertilità» spiega Lucia Del Mastro, direttore dell’Unità sviluppo terapie innovative al San Martino-Istituto Tumori di Genova. «La sperimentazione che abbiamo condotto dimostra però che è possibile proteggere la funzione ovarica dagli effetti tossici della chemioterapia somministrando alle pazienti alcuni farmaci che mettono le ovaie “a riposo” durante i trattamenti, in modo che queste non vengano danneggiate».
L’Italia è stata tra i primi Paesi al mondo a effettuare studi volti alla preservazione della fertilità nelle pazienti colpite da cancro. Questi protocolli hanno potuto vedere la luce grazie alle importanti risorse destinate da Airc che nell’ultimo triennio hanno sostenuto con oltre 44 milioni di euro ben 404 progetti di ricerca sui tumori femminili. A Trieste i volontari dell’Airc saranno in Campo San Giacomo, piazza della Borsa, piazzale Rosmini, al centro commerciale Il Giulia e in via Nazionale, a Opicina. Per saperne di più basta consultare il sito www.airc.it.
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