Raffaele Morelli: «Imparare a stare con se stessi, senza giudicarsi»

Lo psichiatra interverrà sul tema “Seguire il proprio destino” mercoledì al teatro Verdi di Gorizia nell’ambito del festival AlienAzioni



Il successo dei suoi libri e delle sue apparizioni in tv hanno attribuito a Raffaele Morelli la fama di guru. Il pubblico lo potrà incontrare mercoledì al teatro Verdi di Gorizia, alle 20.45. per la conferenza: “Seguire il proprio destino (Diventa ciò che sei)”. L’ingresso è gratuito, senza la possibilità di effettuare prenotazioni.

Il giorno prima uscirà il nuovo libro dello psichiatra, tra i fondatori, nel 1980, dell’istituto Riza di medicina psicosomatica, “Il meglio deve ancora arrivare”, edito da Mondadori. Morelli, tuttavia, nel capoluogo isontino, più che presentare la sua ultima opera, tratterà vari temi legati alla sua esperienza di psicoterapeuta. L’appuntamento rientra nella prima edizione del festival AlienAzioni, organizzato da Gorizia Spettacoli con il sostegno di Regione e altri sponsor.

«La psicoterapia non è l’analisi del passato, non è il tentativo di cercare la causa di ciò che siamo - afferma Morelli -. Chi viene in psicoterapia non deve raccontare la propria storia. Quando qualcuno sta male, ad esempio per un attacco di panico, vuol dire che si è allontanato dal proprio destino e che sta recitando un personaggio che non gli appartiene. L’idea che un lutto, una morte, uno stupro possano rimanere per sempre nella mente è profondamente sbagliata. Più noi mettiamo in primo piano il nostro disagio e più stiamo peggio. Occorre invece imparare a stare con se stessi senza giudicarsi, senza criticarsi, senza dirsi niente, senza cercare di migliorarsi, senza avere in mente un progetto, senza fare bilanci. La gioia legata a fatti esterni (come quella di una casa nuova, di una nuova auto ma anche la gioia dell’amore) è sempre effimera. La gioia dello stare con se stessi, senza cambiare nulla, è ben altra cosa e appartiene ai codici dell’anima. Seguire il proprio destino significa quindi rispettare le proprie caratteristiche».

Tra Freud e Jung, Morelli non ha dubbi. «Jung è una montagna. Freud lo considero un autore minore. Per me la psicoterapia non deve avere il nesso di causalità. Jung detestava che la scienza fosse applicata alla psicologia. La psicologia non è scientifica: bisogna dirlo chiaramente». Sembra, Morelli, estremamente sicuro di sé. «La verità è che sono molto insicuro - racconta lo psichiatra -. Nell’insicurezza, però, ho le mie certezze: nell’insicurezza la decisione la prende la tua anima. Salman Rushdie diceva che l’insicurezza permette più opzioni. Sono pienamente d’accordo». —

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