“Quando il mondo era giovane” Una nuova saga di Carmen Korn tra Germania e Italia negli anni ’50

Per gli appassionati delle grandi epopee familiari arriva in libreria dal 3 giugno la prima parte della “Saga delle tre città” firmata da Carmen Korn, l'autrice della “Trilogia del Secolo”, che questa volta del '900 prende in esame solo gli anni '50 per narrare una storia corale sullo sfondo di due culture diverse, quella tedesca e quella italiana. Un decennio all’insegna della rinascita dalle macerie fisiche e psichiche della Seconda Guerra Mondiale attraverso le vicende di tre famiglie, che da subito catturano la curiosità e l'empatia del lettore.
Si tratta di “Quando il mondo era giovane” (Fazi editore, traduzione di Manuela Francescon, pp. 590, euro 20) della scrittrice e giornalista nata a Düsseldorf nel 1952, che oggi vive ad Amburgo con la sua famiglia. Della Korn, Fazi ha già pubblicato “Figlie di una nuova era” (2018), “È tempo di ricominciare” (2019) e “Aria di novità (2020)”, trilogia coronata da un meritato successo internazionale.
Protagoniste del nuovo grande affresco di un'epoca sono le famiglie Aldenhoven di Colonia, Borgfeldt di Amburgo e Canna di Sanremo, che guardano al futuro con speranza e timore. Gerda e suo marito Heinrich Aldenhoven vivono nella casa ereditata a Pauliplatz, non lontana dal centro di Colonia, insieme ai figli Ursula e Ulrich e alle cugine non sposate di Heinrich, che hanno perso il loro appartamento sotto i bombardamenti. Heinrich gestisce una galleria d’arte, ma gli affari al momento vanno male, altre sono le priorità per chi deve ripartire da zero... fino a quando non spunterà un misterioso venditore di un ancora più misterioso dipinto.
La situazione è difficile anche ad Amburgo, dove Elisabeth e Kurt Borgfeldt, lei moglie e madre ossessiva, lui un mite dirigente di banca, dormono nella stanzetta accanto alla cucina da quando hanno lasciato il letto alla loro figlia Nina e al nipotino Jan. Il bambino ha cinque anni e non ha mai incontrato il padre, Joachim, disperso in Russia da anni. A differenza della madre, Nina ha smesso di sperare nel suo ritorno e si è innamorata di un giornalista inglese.
E infine c’è Margarethe, nata Aldenhoven, che si è trasferita da Colonia a Sanremo, dove ha sposato Bruno Canna da cui ha avuto Gianni, un intraprendente giovane. La vita tra le bellezze della riviera ligure sarebbe idilliaca se non fosse per l'imbarazzante presenza del cognato e della dispotica suocera che gestisce il patrimonio di quella ricca famiglia di commercianti di fiori. Su ognuno dei tanti personaggi che il lettore andrà ad incontrare, pesa però - in qualche modo - l'ombra del passato e di lutti che sembra impossibile riuscire ad elaborare. Come nella precedente fortunata trilogia (da cui alcuni personaggi amburghesi fanno brevi apparizioni), la struttura narrativa scelta da Carmen Korn per il nuovo romanzo è quella tipica delle sceneggiature delle soap opera televisive, dove gli episodi seguono in parallelo le vicende di interi clan familiari di cui, a partire da una serie di coppie, vengono minutamente sviscerati i fatti personali.
In ”Quando il mondo era giovane” la scrittrice usa lo stesso espediente, puntando le sue immaginarie telecamere ora nella cucina dell'una o dell'altra famiglia, ora sui diversi luoghi di lavoro, o in topici ristoranti. Sono i dialoghi, stereotipati come nelle telenovelas, che mandano avanti la narrazione, accompagnati da una ripetitiva gestualità legata a un compulsivo consumo di bevande alcoliche o, in omaggio all'Italia, di caffè, ma anche alla cottura di un'infinita varietà di torte. E tra un caffè e uno scotch, tra una rievocazione storica e una serie di colpi di scena, ci s'innamora a prima vista, ci si sposa e si fanno figli. La vita va avanti, e il lettore non può non resistere - per quasi 600 pagine - a seguitare a farsi gli affari degli altri. —
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