Premiati col “Luchetta” i reportage sui bambini migranti

Consegnati i riconoscimenti per i loro servizi giornalistici a Sara Giudice, Adnan Sarwar Nello Scavo, Antonio Pampliega e Andrea Frazzetta  

TRIESTE. Festeggiati nella serata di oggi, sabato 3 ottobre, i vincitori del Premio Luchetta 2020, alla Fincantieri Newsroom, in Piazza Unità. Giovanna Botteri ha presieduto il riconoscimento insieme al segretario di giuria Giovanni Marzini, mentre la serata è stata condotta da Roberta Ammendola.

«Tra le varie anomalie, la nostra presidente era costretta a lavorare da “remoto, remoto”, da Pechino appunto – ha detto Marzini – ma vi posso assicurare che nonostante questa difficoltà, il Luchetta ha riconosciuto i lavori di maggior qualità», riflessione condivisa da Giovanna Botteri: «C’è stato una grandissimo lavoro di scelta, sono arrivata alla cinquina visionando ogni sezione e sono rimasta colpita dall’incredibile qualità dei lavori. Ciò significa che il giornalismo continua a lavorare al suo meglio».

Ed effettivamente tutti i vincitori hanno aperto una finestra sul mondo, per testimoniare e tentare di ricostruire un possibile futuro. Giornalisti che da molti anni sono in prima linea nelle trincee più calde del pianeta: a cominciare dalla rotta balcanica, sulla quale si sono incamminati, sfidando anche il Covid, decine di migliaia di minorenni nell’ultimo anno.

«Niente sembra fermare queste schiere di giovani provenienti da Afghanistan, Pakistan, Siria e diretti in Europa» ce lo dice la giornalista Sara Giudice di La7 (Piazza Pulita), che vince il Premio Luchetta nella categoria Tv News per il suo servizio sugli ostacoli e le speranze della rotta dei Balcani. Nella sezione reportage vince il Premio il filmaker pakistano Adnan Sarwar: a lungo impegnato in Iraq per l’esercito britannico.

Per Channel 4 ha firmato un intenso reportage dal ghetto nero di Cape Flats a Città del Capo, raccontando in particolare la storia dell'undicenne Mariezaan, già a capo di in una gang di ragazzini nel quartiere in cui 279 bambini sono rimasti uccisi solo nell'ultimo anno. Per la stampa italiana premiato il giornalista Nello Scavo.

Su Avvenire ha raccontato la vicenda del bimbo ivoriano Simba, sopravvissuto ai campi libici, soccorso dalla nave Mare Jonio di Mediterranea nell’agosto 2019 e quindi approdato a Torino insieme alla madre: «La storia di Simba è la storia di un tradimento – ha detto Scavo – il tradimento dei diritti umani». Antonio Pampliega ha trionfato per la sezione stampa internazionale, rappresentata da “El Independiente”, dove ha firmato un’intensa corrispondenza sulle spose bambine in Afghanistan: meri oggetti con altissimo valore economico, condannate come criminali dalla giustizia e dalla società quando fuggono da casa per evitare il matrimonio forzato.

Infine, per la sezione fotografia il Premio Luchetta 2020 è andato a Andrea Frazzetta che sul New York Times ha pubblicato gli scatti del reportage dalla costa inondata del Bangladesh, sulle rive del Golfo del Bengala, dove anche i bambini si arrangiano a scavare mattoni per poi rivenderli sul ciglio della strada.

GLI INCONTRI DI OGGI, DOMENICA 4 OTTOBRE 

Si intitola “Ogni Parola che sapevo” il libro che Andrea Vianello, volto amato della televisione e oggi direttore di RaiNews24, ha dato alle stampe per Mondadori e presenta questa mattina, alle 11, in dialogo con Roberta Ammendola, conduttrice del Caffè di Rai1. Nelle pagine scorre l’esperienza drammatica che il giornalista ha attraversato nel febbraio 2019: un viaggio in un inferno molto diffuso, l’ictus e i suoi danni, con un lungo percorso terapeutico e riabilitativo.
 
Un modo per raccontare e dimostrare che le parole perdute sono state, in qualche modo, tutte recuperate, insieme a quelle che raccontano il calvario di chi, in poche ore, viene proiettato dai riflettori di uno studio tv ai meandri inestricabili della sanità pubblica. Quelle che bisogna trovare per continuare a combattere ogni giorno, tutti i giorni, contro gli strascichi.
 
 



 

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