Pollini e il Veneto visto dalle badanti

ROMA. Il tema è forte, quello delle badanti. Una realtà che si misura in circa 700mila unità in Italia composta da donne extra-comunitarie, e non, che nel nostro Paese si dedicano agli anziani. Da qui un film di Marco Pollini, “Le badanti”, in sala da giovedì con Ahora, che tocca il tema con leggerezza e stereotipi e con protagoniste tre extracomunitarie che sembrano più modelle che donne capaci di misurarsi con un pannolone.
Protagoniste, appunto, tre attrici di diversi paesi: Samantha Castillo (Lola) dal Sud America, Nadiah M.Din (Carmen) dalla Malesia e Anna Jimskaya (Irina) dalla Russia. Lola, alla morte del signore a cui assisteva, viene licenziata e lasciata per strada con una figlia; Carmen viene adescata in giri di prostituzione mentre Irinia deve fare i conti con un fidanzato italiano che si dimostra schiavista e manesco.
Dopo diversi episodi di invidie, violenze e soprusi, queste tre giovani donne decidono di cambiare vita e si trasferiscono così nella provincia veronese per lavorare alla Casa di Cura Villa Bella. Iniziano piano piano a diventare amiche tra loro e ad instaurare un bel rapporto con gli anziani. Qui le ragazze subiranno una trasformazione e, superate le difficoltà iniziali, si dedicheranno totalmente alla casa di cura, tanto da doverla salvare dalle mani del direttore truffatore.
Girato nella Regione Veneto e, per alcune scene, in Malaysia, il film ha nel cast anche Pino Ammendola, Anna Jimskaya, Samantha Castillo, Alessandro Bressanello e la 94enne Stella Maris. La colonna sonora del film è di Franco Bignotto, e contiene, tra gli altri, brani di Federico Poggipollini e un pezzo inedito della Blues Company Verona, band di 14 elementi che compare anche nel film.
«Tutti noi dobbiamo fare purtroppo i conti con la nostra vecchiaia o con quella dei nostri genitori o amici. Con l'anzianità e in particolare negli ultimi anni le badanti sono diventate parte della vita di molti, non solo in Italia ma nella maggior parte dei paesi del sud del mondo. In questo film di finzione - dice il regista alla sua opera prima - le badanti sono ragazze extracomunitarie ancora belle ed attraenti, arrivate a metà di una vita che detestano e che non vogliono più vivere. Il film vuole sottolineare il ruolo delle donne, forti e determinate, che con la loro caparbietà riescono a uscire da situazioni terribili ed a ricostruire la loro vita. Le badanti del mio film - conclude - attraversano un secondo grado di evoluzione quando decidono di aiutare l'intera comunità di vecchietti e di salvare la casa di cura da chiusura certa».
E il tema delle badanti, ormai, sta diventando sempre più d’attualità in un’Italia che non sa come gestire il probelam degli anziani. Sparite le grandi famiglie, strapieni i pensionati, che richiedono cifre altissime, non resta che affidarsi a persone che si guadagnano da vivere con l’assistenza.
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