Pintus in piazza “triestin patòc”

Stasera a Trieste imitazioni, gag e il dialetto dei “trapiantati”

TRIESTE. Promette ritmo, raffiche di imitazioni ma anche qualche inevitabile divagazione rispetto al canovaccio teatrale del suo spettacolo. Angelo Pintus fa ritorno a Trieste per salire stasera (21.30) sul palco di piazza Unità, teatro di "50 sfumature di Pintus", lo show che lo ha reso ancor più popolare dopo l'eccellente gavetta vissuta dai cabaret di provincia sino alle ribalte televisive di "Colorado", di Sanremo e della recente riedizione del Kakaoke.

Palesi radici sarde nel nome, anagrafe che tuttavia parla triestino. Già, Trieste. La città che stenta a far maturare i suoi artisti e che "obbliga" in qualche modo i talenti di turno a cercare rifugi altrove per crescere e soprattutto lavorare da un palco di rango: «Sì, ma almeno ora trovo il tempo per tornarci, non solo per lavorare ma anche per il tempo libero», ha sottolineato ieri il comico nel corso dell'incontro con il sindaco Roberto Cosolini nel salotto azzurro del municipio. «Credo che la città nel complesso sia cambiata e in meglio, vedo anche più giovani e sono loro che mi attestano più affetto durante gli spettacoli. Avrei voluto venirci anche con il Karaoke - ha aggiunto Pintus - ma da queste parti la scelta è piuttosto delicata, o ti trovi il caldo di questi giorni o la solita bora, quella poi non sparisce mai e non ci avrebbe aiutato».

Uno spettacolo che funziona il suo. Repertorio vasto e consolidato ma anche una fresca vena in chiave di improvvisazione. Stasera il gioco dovrebbe dipanarsi così, sparigliando le carte più forti, come le imitazioni di calciatori e politici, ma sparando anche il fuoco delle parodie di trasmissioni e pubblicità: «Qualcosa muterà rispetto alla versione teatrale - ha precisato l'attore triestino - su un palco all'aperto e in una piazza simile il ritmo deve essere giocoforza diverso e i tempi cambieranno inevitabilmente, anche in chiave di "rumore" da esprimere nelle battute in una area così vasta. Ma siamo pronti...».

Pronto, sì. Angelo Pintus lo ha dimostrato anche ieri nel salotto istituzionale, giocando tra selfie, scherzando con la stampa e annuendo a modo suo alle stoccate sportive del primo cittadino, quelle riguardanti la nostalgia dell'allenatore Mourinho, "cavallo di battaglia" nella giostra di imitazioni del comico triestino.

Stasera non dovrebbe risparmiare nessuno, forse nemmeno la "sua" Trieste, città che regala a Pintus non solo una tana per i relax ma anche veri spunti di comicità linguistica: «Il triestino è una lingua, comprenderlo e parlarlo è vera arte - ha concluso l'attore - ma sentirlo nella versione dei cittadini meridionali trapiantati è irresistibile. È ancora uno degli aspetti più simpatici e divertenti della mia città».

Francesco Cardella

Riproduzione riservata © Il Piccolo