Paul McCartney bacchetta l’Italia «Un insulto i vaucher di rimborso»

roma
Gioco, partita, incontro. Paul McCartney può dirsi soddisfatto. Nel giorno che lo avrebbe dovuto vedere sul palco in piazza del Plebiscito a Napoli per il primo dei suoi due concerti italiani (il secondo era in programma sabato al Lucca Summer Festival) - cancellati per il coronavirus e che non è stato possibile riprogrammare -, Sir Paul, in un lungo post pubblicato di prima mattina in italiano sulla sua pagina Facebook, ha puntato il dito contro i voucher, la misura adottata in sostituzione del rimborso in denaro per gli eventi annullati, e contro il governo italiano e Assomusica. E il ministro Franceschini, nel tardo pomeriggio, gli dà ragione. «È veramente scandaloso che coloro che hanno pagato un biglietto per uno show non possano riavere i loro soldi. Senza i fan non ci sarebbe musica dal vivo - è la netta posizione presa dell'ex Beatle -. Siamo fortemente in disaccordo con ciò che il governo italiano e Assomusica hanno fatto. Siamo tutti estremamente dispiaciuti del fatto che gli spettacoli non possano avvenire ma questo è un vero insulto per i fan». Un attacco frontale, e, dopo una giornata sui social di plauso per il baronetto, il ministro dei Beni e delle attività culturali e del Turismo arriva a smorzare toni e polemica. «È evidente che la ratio della norma è che il voucher valga solo per un concerto dello stesso artista e che se questo non si terrà lo spettatore avrà diritto al rimborso. Il Parlamento credo potrà intervenire in conversione per togliere ogni dubbio interpretativo sulla norma». L'intervento di Franceschini era stato chiesto anche dalle associazioni dei consumatori che avevano accolto con favore la presa di posizione di McCartney (da Codacons a Unc, passando per Aduc e Federconsumatori). E se da una parte il governo prova a mediare, dall'altro chi non l'ha presa bene è Assomusica, che rimanda al mittente ogni accusa. «Paul McCartney ha sbagliato obiettivo - dice il presidente Vincenzo Spera -. È lui che ha annullato il tour, se teneva al suo pubblico avrebbe potuto accettare la richiesta di una nuova data, come sta facendo il 99% degli artisti». —
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