Papa Bergoglio in una tenaglia così lo racconta il vaticanista Politi

Per i “vaticanisti” sono tempi difficili. La domanda che li assilla è: ce la farà Papa Bergoglio a portare la chiesa cattolica, tutta insieme, in tutto il mondo, sulle linee molto innovative del suo pontificato?
Bergoglio, eletto nel 2013, è il primo Papa gesuita e il primo a provenire dal continente americano. Nato da una famiglia molto modesta e numerosa di origine italiana, ha fatto il sacerdote nelle favelas argentine e anche quando è diventato vescovo di Buenos Aires e cardinale, ha mantenuto stili di vita molto semplici. E gira il mondo ripetendo: «Non c’è giustizia nella disuguaglianza, non c’è democrazia con la fame, né sviluppo con la povertà».
Un “vaticanista” di lungo corso è Marco Politi, biografo di tre Papi, per quasi un ventennio ha svolto questo ruolo a “La Repubblica”. È autore di molti libri, l’ultimo, edito da Laterza, “La solitudine di Francesco – Un Papa profetico. Una chiesa in tempesta” (pagg. 236, euro 16), che sarà presentato domani, alle 17.30, al Circolo della stampa, presente l’autore.
Politi afferma che il secondo tempo del pontificato di Bergoglio è “tutto in salita; i “lupi” conservatori già stanno manovrando per influenzare il futuro conclave, delegittimando sistematicamente Francesco e preparando dossier contro eventuali candidati riformisti. Mentre «il fronte conservatore si compatta con gran forza organizzativa e mediatica, è debole la mobilitazione a favore delle riforme di Francesco».
Le resistenze si sono scatenate quando «Francesco ha cambiato i rapporti con ortodossi, luterani, musulmani e la Cina. Su pace, ambiente, giustizia sociale è un’autorità morale mondiale. Per il Pontefice non sono poi negoziabili gli accordi su clima e migrazioni, temi sui quali circola un populismo antipapale; in Europa orientale cresce un cattolicesimo xenofobo».
«Francesco – secondo Politi - ha rotto lo schema del pontefice-monarca. Si presenta come un discepolo di Gesù sulle strade della Galilea. Proclama un cristianesimo che non si riduce nell’andare a messa o nel pregare Dio senza occuparsi del prossimo. Inoltre i suoi detrattori lo accusano di essere femminista perché sostiene che le donne nella Chiesa non devono essere relegate a funzioni di servizio. E lo accusano di tradire la tradizione quando apre alla comunione per i divorziati risposati e si rifiuta di demonizzare le coppie omosessuali».
«Un terreno di grande tensione all’interno della Chiesa sono gli scandali di pedofilia. Francesco è per la tolleranza zero: ha cacciato membri dal collegio cardinalizio, ha degradato vescovi; ma soltanto poche conferenze episcopali seguono una rigorosa linea di ascolto delle vittime».
«Il Papa argentino si trova stretto in una tenaglia. Da un lato le forze conservatrici dottrinarie interne alla Chiesa, dall’altro gli ambienti economici e politici che ritengono contraria ai loro affari e interessi l’insistenza del Pontefice sulle ingiustizie sociali, sulle nuove schiavitù (sessuali e lavorative), sulla distruzione dell’ambiente».
«In questo contesto – conclude Politi - Bergoglio dovrà portare a termine la riforma della Curia. Inserire sempre più donne in posizioni decisionali. Rendere trasparenti tutti i settori delle finanze vaticane e soprattutto portare le chiese locali in tutti i continenti a un contrasto deciso della pedofilia, creando strutture d’ascolto e di risarcimento delle vittime». Purtroppo però è sempre più solo. —
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