Paolo Ruffini in “Up & Down” con i suoi “diversamente” attori

«Se c’è una cosa che abbiamo veramente in comune è la diversità. E abbiamo tutti gli stessi diritti. È per questo che sono a favore degli ultimi, perché non mi piacciono le classifiche degli esseri umani: è un campionato che non ci interessa». Paolo Ruffini, attore di cinema (per Virzì, Neri Parenti, Vanzina, Fausto Brizzi) e teatro (“Io doppio”, “Full Monty il musical”), regista, conduttore tv (“Stracult”, “Scalo 76”, “Colorado”), tra i tanti impegni (da domani è su Italia 1 con “La Pupa e il Secchione”) porta avanti da almeno dieci anni progetti a sostegno dei disabili, se così si possono definire, dal momento che il suo punto di vista è diverso: «Nella vita - dice - siamo tutti disabili. Ognuno di noi vive una disabilità continua, quotidiana, che può essere di varia natura: mentale, fisica, psicologica. Siamo disabili alla leggerezza, alla felicità, al metterci in discussione. Ciò che non deve mai mancare è la volontà di migliorarsi».
“Up & Down” è lo spettacolo che ha realizzato con la compagnia Mayor Von Frinzius (dal 1997 opera a Livorno sotto la direzione di Lamberto Giannini, conta oltre 90 attori, di cui metà disabili) uno straordinario esempio di teatro integrato che fa tappa al Bobbio domani alle 17. Si tratta di un happening comico in cui Ruffini è in scena con sei attori, quattro con sindrome di Down, uno autistico e uno in carrozzina, con una buona dose d’improvvisazione, irriverente e politicamente scorretto.
«Più che uno spettacolo a cui assistere – riprende il noto attore livornese – credo che “Up & Down” sia una vera e propria esperienza a cui partecipare, perché sfugge al nostro controllo e non dipende solo da chi è sul palco, ma anche dal pubblico in sala, dalle sensazioni che si condividono. È irripetibile, io stesso non so mai cosa succederà, ma ciò di cui sono certo è che, in un modo o nell’altro, raccontiamo la bellezza che risiede nella “diversità” in un luogo che esalta le differenze e le illumina come un valore: il teatro».
Nonostante la natura comica riesce a essere allo stesso tempo emozionante, lasciando spazio alla riflessione sul significato della parola abilità, e su come siano molte le persone disabili alla felicità, Ruffini sostiene: «Le cose più belle della vita non sono normali, ma una cosa normale nella vita c’è, ed è forse l’unica: la felicità». Lo spettacolo ha debuttato nel 2018 al Teatro Sistina e ha registrato sold out a Milano, Genova, Roma, Torino, Firenze, Bologna, Assisi, Ferrara, Belluno; a Natale è andato in onda in prima serata su Italia 1. «L’applauso del pubblico – riprende lo showman – è come un abbraccio fatto da lontano e io credo che la gente abbia voglia di ringraziarci non per quello che siamo, ma per quello che abbiamo costruito. Questi ragazzi non sono “speciali”. Sono normali e hanno voglia di esserlo. Dobbiamo essere liberi di essere noi stessi, abili o disabili. Chi ha detto che dobbiamo essere tutti bravi, ricchi, famosi, influencer, che dobbiamo tutti correre? Si può scivolare. La vita è feroce. Ma anche ferocemente bella».
Nel 2018 è uscito il documentario “Up & Down – Un film normale” diretto da Ruffini stesso e Francesco Pacini (Nastro d’Argento a Taormina e miglior documentario per il sociale alla 75° Mostra del cinema di Venezia). «Fare teatro – conclude Ruffini – non significa soltanto dire qualcosa a tanta gente, per me vuol dire non arrendersi alla mediocrità. Quando finisce uno spettacolo mi sento un po’ vuoto e nudo e mi chiedo non tanto se sono piaciuto, ma se sono stato capace di farmi capire».
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