Panariello a Trieste: «Qui divento un attore vero»

TRIESTE. Giorgio Panariello è arrivato a Trieste per raggiungere il set del nuovo film di Mimmo Calopresti "Uno per tutti", le cui riprese, iniziate il 9 gennaio, proseguiranno per ulteriori tre settimane e mezza. La sua prima giornata di lavorazione nel capoluogo giuliano lo ha visto impegnato nella zona del Canale di Ponterosso e più precisamente in via Vincenzo Bellini, per una serie di inquadrature che lo vedono spostarsi all'interno di un'automobile.
La troupe era al lavoro già alle intorno alle 13 e nelle prime ore di pomeriggio, tra un ciak e l'altro, è stato possibile incrociare l'attore toscano che la sua inconfondibile cadenza ha dichiarato subito la sua grande soddisfazione per il nuovo progetto, che lo vede impegnato per la prima volta in un ruolo drammatico: «Sono come un bambino a cui metti per la prima volta le pistole degli sceriffi e la stelletta di latta - ha dichiarato sorridente, esternando tutto il suo entusiasmo -. Interpretare per la prima volta un ruolo drammatico, e per di più nei panni di un poliziotto, credo sia il sogno di qualsiasi attore comico. Per me è una bellissima occasione, anche perché ho l'opportunità di lavorare con un regista come Mimmo Calopresti e due attori di talento come Thomas Trabacchi e Fabrizio Ferracane».
«Di loro - prosegue - ammiro soprattutto la matrice teatrale, e questo aspetto devo ammettere che all'inizio mi incuteva qualche timore dal momento che io fino a oggi ho fatto solo commedie e sono abituato a improvvisare molto. Qua, invece, ci sono molte più regole».
Sicuramente una bella sfida artistica per il comico che deve la sua popolarità alla sua imitazione di Renato Zero e ai tanti personaggi televisivi tra i quali Mario il bagnino, Naomo, Lello Splendor, la Signora Italia e molti altri. Attualmente l'attore è reduce del grande successo ottenuto dal suo spettacolo "Panariello sotto l'albero". Proprio in questi giorni, inoltre, lo si vede spesso in televisione e sul web come testimonial della Wind per una campagna pubblicitaria di servizi internet.
Qui a Trieste, invece, veste i panni di Vinz, un agente di polizia che a Trieste ritrova i suoi inseparabili amici di infanzia. Per la parte Panariello si è preparato coscienziosamente. La nuova sfida sembra averlo galvanizzato: «Mi sono preparato soprattutto a lavorare di sottrazione - racconta - a cercare di "togliere". Una caratteristica importantissima per recitare al cinema, mentre di solito nella commedia si fa l'esatto contrario. Si tende a caricare. Ho dovuto imparare anche a controllare la voce, bisogna abituarsi a tenerla più bassa. Comunque mi sento molto a mio agio, è stata decisamente una bella partenza».
L'idea di impiegarlo in un ruolo drammatico è partita dal produttore della Minerva Pictures, Gianluca Curti. Mentre stava discutendo con Panariello di un altro progetto, ha pensato di proporgli il ruolo di Vinz, qualcosa di diverso dalle sue corde. «Lui mi ha chiesto: ma tu saresti disponibile a fare una cosa del genere? Figurati, gli ho risposto, io lo farei di sicuro, ma bisogna vedere se il regista è d'accordo. E a quanto pare anche Mimmo ha percepito che questa poteva essere una bella sfida».
Panariello insomma si sente pronto, e spera anzi che questa nuova avventura possa magari comportare un cambiamento di rotta nella sua carriera. «Più che una svolta - dice - per me potrebbe segnare una nuova apertura. Sono convinto che tornerò a fare le mie cose, però non mi dispiacerebbe uscire da un cliché. In Italia purtroppo c'è la tendenza a incasellare le persone in un ruolo, a dare delle "patenti". Chi fa il comico fa solo il comico, se fai televisione non puoi fare cinema e via dicendo. Nel resto del mondo non è così. Io spererei di avere la stessa fortuna di Diego Abatantuono quando ha incontrato Pupi Avati. Quella è stata l'occasione per lasciarsi alle spalle le caricature e diventare un attore a tutto tondo. Ecco, io spero che Mimmo mi dia questa patente».
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