“Oltre lo sguardo”: la vita a Gorizia prima delle trincee

Mercoledì 24 settembre si inaugura alla Fondazione Carigo la mostra sugli atelier fotografici cittadini durante la Belle Époque: uno spaccato di quotidianità annientato dalla follia della guerra
Una delle fotografie in mostra a Gorizia
Una delle fotografie in mostra a Gorizia

Il primo atelier fotografico goriziano venne aperto nel 1864 da Ferdinando Troester al numero 14 di Contrada San Giovanni. Dopo un’introduzione sulla storia della fotografia, partirà da lui, per chiudersi poi sulla figura e sul lavoro di Helene Hofmann, la mostra “Oltre lo sguardo - Fotografi a Gorizia prima della Grande guerra” promossa dalla Fondazione Carigo in collaborazione con il Circolo fotografico isontino, il Consorzio culturale del Monfalconese e i Musei provinciali.

Nato a Gorizia nel 1833 da una famiglia benestante, prima di aprire il suo atelier in città, Troester operò come assistente nello studio del fotografo ambulante Flesicher da cui apprese le tecniche e i segreti che gli permisero di esercitare autonomamente la professione. In un’epoca lontana, in cui non esistevano smartphone, instagram, Twitter e Facebook, Troester seppe dare risposta al bisogno di rappresentazione che già allora era latente nelle aspirazioni di tutti. I suoi scatti faranno parte della mostra che verrà inaugurata mercoledì alle 18 nella sede della Carigo.

Come illustrato ieri mattina durante la presentazione, al capo opposto del percorso troveranno spazio le immagini della bavarese Helene Hofmann. Dopo aver appreso i segreti del mestiere a Monaco, si trasferì in riva all’Isonzo nel 1901. Una parte cospicua della sua opera era dedicata ai ritratti, ma la fotografa tedesca ottenne successo anche nella ripresa di tableaux vivant e di vedute. Nel 1917 fotografò la città distrutta dai bombardamenti raccogliendo poi gli scatti più significativi in un album donato all’imperatore Carlo nel corso della sua ultima visita a Gorizia.

Quelli di Troester e Hofmann sono solo due dei tanti nomi che fino all’8 febbraio si potranno ammirare nella sala espositiva di via Carducci, 2. L’allestimento curato da Giancarlo Brambilla propone materiali realizzati da Andrea De Castro, Augusto Tominz, Giovanni Blason, Antonino Penn, Michele Aschenbrenner, Giacomo Luzzatto, Alfonso Luccardi, Francesco Giovanni Marega, Gio Batta Rottmayer, Heinrich Niggl, Anton Jerkic, Francesco Weiss, Arthur Floeck, Emilio Louvier, Emilio Zambini, Amilcare Mazza, Isacco Rosenfeld, Lodovico Reif, Attilio Zanovello, Francesco Oblak, Theodor Baumgartner, Carlo Giovanni Stoisser, Giovanni Battista Mazucco, Valerio Sturolo, Paolo Resen e Augusto Marega e sarà visitabile tutti i venerdì (16-19) e al sabato alla domenica e nei giorni festivi dalle 10 alle 19 con ingresso libero e gratuito. Ogni domenica, alle 17, si svolgeranno delle visite guidate.

Il materiale esposto con parecchi scatti inediti appartiene a una trentina di prestatori tra cui molti privati e alcuni enti pubblici.

Stefano Bizzi

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