Nel weekend riapre il Lapidario a San Giusto

TRIESTE “Imp(erator) Caesar co(n)s(ul) desig(natus) tert(ium), IIIvir r(ei) p(ublicae) c(onstituendae) iter(um), murum turresquefecit”. La frase tradotta in italiano suona così: “L’imperatore Cesare (ovvero Ottaviano), console designato per la terza volta, triumviro per la fondazione dello stato per la seconda volta, fece le mura e le torri”. Questa epigrafe del 33-32 avanti Cristo testimonia nero su bianco, anzi, sulla pietra, la data di nascita della Tergeste romana, poiché si riferisce alla costruzione delle mura a opera di Ottaviano, (il futuro Augusto), ricordato con le cariche che ricopriva nell’anno della dedica.
L’iscrizione fa parte del patrimonio storico che ricostruisce la Trieste romana, custodito nel Lapidario tergestino (nella foto) al Bastione Lalio al castello di San Giusto: statue, lapidi, epigrafi, bassorilievi e gli spettacolari mosaici della villa patrizia di Barcola, rinvenuti attorno alla fine dell’Ottocento. Centotrenta reperti che danno il quadro completo per ricostruire la vita sociale e politica della città e seguirne l’evoluzione nel corso dei secoli. I Civici musei di Storia e arte del Comune propongono questo fine settimana in occasione della riapertura del Lapidario tergestino, dopo un periodo di pausa tecnica, due visite guidate alla scoperta del passato romano della città. Sabato pomeriggio alle 15.30 e domenica mattina alle 11, visita alle sale del Lapidario accompagnati dal conservatore archeologico Marzia Vidulli, per conoscere i retroscena nelle diverse fasi storiche degli scavi e dei ritrovamenti, che si ipotizza risalgano già alla seconda metà del XV secolo.
Dalla lettura delle epigrafi si fa la conoscenza con i notabili dell’epoca. Ammiragli, senatori, cavalieri e sacerdoti, seguirne le carriere lungo la scala sociale dei “tergestini” che contano. Il materiale è custodito per settori in quattro sale. Nella sala A ci sono il materiale epigrafico e i monumenti onorari dalle dimensioni importanti, come la base per la statua equestre del cavalier Gaio Calpetano Ranzio Quirinale Valerio Festo. Oppure il dado centrale della base del monumento equestre dedicato a un brillante politico emergente tergestino: il giovane senatore Lucio Fabio Severo che da Roma ottenne dall’imperatore Antonino Pio importanti concessioni per i suoi concittadini. Proseguendo nella sala B si trovano le iscrizioni imperiali che ricordano gli interventi nella costruzione degli edifici pubblici da parte di Marco Aurelio, Antonino Pio e Adriano; statue acefale e basi con dedica a personaggi della crème cittadina nonché materiale proveniente dalla Basilica civile.
È dedicato invece al materiale legato ai luoghi di culto e ai monumenti sepolcrali lo spazio espositivo della sala C che contiene stele, sarcofagi, cippi e una collezione di statue di divinità tra cui Venere, Bacco, Apollo, Minerva ed Esculapio. Il tour nella Tergeste romana termina con la visita (sala D) ai raffinati mosaici della villa di Barcola, rinvenuti a fine ’800. Un complesso residenziale di ricercata opulenza che si snodava lungo le rive del mare, di cui è possibile azzardare in via ipotetica la sequenza dei padroni di casa: un alto ufficiale militare, poi la famiglia dei Tullii Crispini, in seguito il prefetto Publio Clodio Quirinale e in fine la protégée di Nerone, Calvia Crispinilla. La visita è offerta gratuitamente ai visitatori in possesso del biglietto d’ingresso al castello di San Giusto.
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