Nel cuore d’Italia vive il mito del transatlantico Rex

Il libro di Massimo Minella racconta i testimoni e la storia della nave affondata nel 1944 a Semedella
Silvano Trieste 25/04/2016 Link, Massimo Minella, La Repubblica
Silvano Trieste 25/04/2016 Link, Massimo Minella, La Repubblica

TRIESTE. «Oggi, in un mondo in cui l’Italia non se la cava benissimo, il transatlantico Rex è un marchio sopravvissuto al tempo e che parla ancora all’immaginario collettivo». È stato dedicato a un ideale viaggio tra passato e presente l’ultimo incontro di Link, che ha idealmente chiuso la rassegna con un tema che lega mare, storia e cantieristica. Presentato da Antonio Autorino di Fincantieri (sponsor ufficiale di Link), il giornalista di Repubblica Massimo Minella ha presentato il suo libro «La leggenda del Rex- Dal Nastro Azzurro a Fellini un viaggio nel mito» (Ed. De Ferrari). Libro, ha raccontato Minella, nato da una serata dedicata al grande transatlantico vanto della marineria italiana ma dalla storia sfortunata: varato nel 1932, portato a Trieste in disarmo nel 1940, sequestrato dai nazisti nel 1943 e infine -ormai svuotato di ogni arredo e suppellettile - affondato dagli aerei alleati davanti a Semedella nel 1944.

Ricordando come il marchio Rex si sia tramandato persino nei Caroselli attraverso prodotti che ancora usiamo, Minella ha spiegato quanto il Rex abbia segnato l’immaginario collettivo, anche per la sua apparizione nel film Amarcord di Fellini.

Nel libro il giornalista racconta le storia di alcuni protagonisti legati alla storia del Rex: testimoni diretti come il giornalista Piero Ottone, allora bambino, l’ascensorista Ezio Starnini, che compirà presto cento anni, il giornalista Vezio Murialdi, e Redento Manzato, esule che dalla sua casa a Semedella vide bombardare la nave. E poi altri personaggi come Bruno Zanin, che al tempo in cui era un giovane scapestrato venne scelto da Fellini per la parte del giovane protagonista di Amarcord, dove il Rex - che storicamente non passò mai davanti alla costa di Rimini - diventa il simbolo della fuga dalla provincia soffocante, il sogno di un’Italia che sembrava lanciata verso un futuro radioso.

Oggi quel poco che rimane del Rex (demolito nel corso di vent’anni per rifornire le acciaierie jugoslave) giace in cumuli di rottami sparsi in una fossa in fondo al mare davanti alla costa slovena, ma, ha ripetuto Massimo Minella, «il suo mito parla ancora al cuore della gente».

Pietro Spirito

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