Nathan Rogers, lezione di architettura come codice etico del vivere urbano

L'architettura andrebbe vissuta come esperienza, suggeriva Ernesto Nathan Rogers. Il progettista triestino aveva modellato una nuova definizione per i professionisti come lui e nella seconda parte del Novecento indicava un modo accattivante e nello stesso tempo realistico per intendere e creare l'architettura, grazie in particolare alla sua pubblicazione “Esperienza dell'architettura” che lo aveva definitivamente inserito tra i grandi intellettuali italiani. Adesso la lezione di Rogers viene raccontata in inglese da Maurizio Sabini che con il libro “Ernesto Nathan Rogers – The Modern Architect as Public Intellectual” (Bloomsbury Visual Arts, pp. 220, euro 115) si prefigge il compito di far conoscere anche all'estero le teorie e i progetti di Rogers. Il volume approfondisce la vita e l'opera dell'architetto triestino formatosi a Milano senza tralasciare contributi storici e critici sul collettivo BBPR, sigla che indicava il gruppo di cui facevano parte anche Gian Luigi Banfi, Lodovico Barbiano di Belgiojoso e Enrico Peressutti.
Lo scopo di Sabini è quello di delineare i tratti salienti di un profilo professionale, culturale ed etico che oggi sembra davvero necessario per realizzare l'idea di Rogers di vivere l'architettura come esperienza. Di Rogers, il cui progetto più famoso è la Torre Velasca a Milano, diceva Le Cosbusier: «Ho trovato in lui quella qualità molto umana che gli permette di spiegare, di approfondire, di rendere evidente ciò che è buono e ciò che è nocivo in architettura». Nella Stazione sulle Rive che oggi porta il suo nome, venerdì alle 19, per la rassegna Rogers Books, viene presentato il libro di Sabini che sarà collegato in diretta streaming: a fare gli onori di casa Luciano Semerani, strettamente legato a Rogers, e Giovanni Fraziano.
Maurizio Sabini, laureatosi allo Iuav di Venezia, insegna architettura alla Hammons School of Architecture, di cui è anche preside, della Drury University a Springfield nel Missouri e, oltre ad aver svolto la pratica professionale a livello internazionale, è autore di numerosi articoli e pubblicazioni e dirige la rivista scientifica The Plan Journal. Secondo Rogers: «La scuola è un dialogo, dove nessuno deve imporre la propria ragione né restare passivo entro i confini della sua condizione» e per lui l'architettura rappresentava un fenomeno, un soggetto reale che è punto di confronto e di relazione interno alla società, un mezzo attivo di formazione. Nel dibattito italiano del secondo Novecento la rivista Casabella diventa uno dei punti di riferimento e Rogers inventa un termine evocativo e preciso che lascia il segno nel campo dell'architettura, la “tendenza”.
Nell'approfondire la figura di Rogers, Sabini analizza molti aspetti attuali della professione di urbanista-architetto a cui la società si affida per risolvere questioni che riguardano la convivenza, la qualità della vita, la fruibilità dei luoghi pubblici nelle città, punti che oggi, nell'epoca caratterizzata dal Covid, sono all'ordine del giorno per ogni amministrazione, sia locale che nazionale. —
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