Natalie Portman, debutto da red carpet

L’attrice presenta la prima opera da regista dall’autobiografia di Amos Oz, poi farà Jackie
US actress Natalie Portman arrives for the screening of 'La Tete Haute' (Standing Tall) and the Opening Ceremony of the 68th annual Cannes Film Festival in Cannes, France, 13 May 2015. Presented out of competition, the movie opens the festival which runs from 13 to 24 May. ANSA/SEBASTIEN NOGIER
US actress Natalie Portman arrives for the screening of 'La Tete Haute' (Standing Tall) and the Opening Ceremony of the 68th annual Cannes Film Festival in Cannes, France, 13 May 2015. Presented out of competition, the movie opens the festival which runs from 13 to 24 May. ANSA/SEBASTIEN NOGIER

CANNES. Solo la statuaria Charlize Theron, a Cannes con il suo compagno Sean Penn, può tener testa al fascino conturbante di Natalie Portman avvolta in uno sfavillante abito Dior da red carpet. L’eroina de Il cigno nero, Léon e Star Wars è sulla Croisette dove ha presentato, come evento speciale, il suo primo film da regista: “Una storia d’amore e di tenebre” (A tale of love and darkness), tratto dal romanzo più noto e importante di Amos Oz, lo scrittore israeliano ospite nel 2007, a Pordenone, di un vasto e articolato omaggio. L'ambiziosa e ipercinetica Portman ha chiuso il film da poco, dopo aver lavorato sei giorni a Londra per il suono e una settimana a Los Angeles per terminare il montaggio. Ed eccola ora sulla Croisette determinata più che mai a iniziare la carriera da regista ponendo l'asticella molto in alto. Ha scritto di suo pugno la sceneggiatura tratta dall'autobiografia in forma di romanzo della famiglia di Oz.

“Una storia d’amore e di tenebre” narra dell'infanzia e giovinezza di Oz con al centro il suo grande tabù: il suicidio della madre Fania interpretata nel film da Natalie Portman, 33 anni, nata Natalie Herslag a Gerusalemme da una famiglia ebrea (padre ginecologo e madre pittrice) che si trasferisce a tre anni negli Stati Uniti. Con il marito, il coreografo Benjamin Millepied, la Portman ritorna nel 2010 in Europa e si stabilisce a Parigi dove nasce il figlio Aleph, che oggi ha tre anni.

Natalie Portman sceglie la figura femminile di Fania, malata di depressione e suicida, all'interno di una storia che è anche quella di Israele e delle sue origini per il suo esordio da regista. Una Portman in “versione originale”, senza orpelli hollywoodiani, con il film parlato in ebraico (lingua che conosce benissimo) per sottolineare i punti di contatto con libro di Oz, con Fania e con lei stessa. «Il mio non è un film sulla guerra, non è un film politico - ha dichiarato - la mia scelta è stata quella di puntare sul racconto famigliare. Questo progetto ha assorbito la mia energia per oltre sette anni». Un nobile film per una nobile causa - è stato definito a Cannes - prodotto, diretto e interpretato dall'esordiente Portman che realizza anche una sorta di ricerca interiore delle sue radici ebraiche, di cui è molto orgogliosa. Un esordio apprezzabile, curato nei dettagli per una materia così densa e corposa e perdipiù tratta da un autore conosciuto e di successo. Forte dei consensi ricevuti, la Portman sta cercando di vendere il suo film che ancora non ha una distribuzione negli Usa. Nel contempo si aggira per la Croisette Darren Aronofsky, regista de Il cigno nero che ha valso alla Portman un Oscar, qui nelle vesti di produttore in cerca di finanziatori per Jackie, il prossimo film con protagonista ancora la Portman: sarà Jacqueline Kennedy nei difficili giorni subito dopo l'omicidio di Jfk a Dallas nel 1963. La regia sarà affidata al cileno Pablo Larrain, noto per i durissimi film Tony Manero e Post Mortem. L'appuntamento è quindi per Cannes 2016.

Andrea Crozzoli

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