Musica, il piano di Remo Anzovino al Miela invita a non dimenticare di volare

Mercoledì il concerto del compositore pordenonese del tour “Don’t forget to fly“. «Trieste è il mio luogo d’elezione. Sarà un’esperienza di immaginazione»
Elisa Russo
Remo Anzovino mercoledì in concerto al Teatro Miela di Trieste
Remo Anzovino mercoledì in concerto al Teatro Miela di Trieste

Il piano che suona con la forza di un’orchestra: questa l’idea dietro al “Don’t forget to fly – in tour” di Remo Anzovino, al Teatro Miela mercoledì alle 21.

«Sono particolarmente legato al Miela. Nel 2008, per il compleanno di Satie, – ricorda il compositore e pianista pordenonese – fu uno dei primi teatri, con Rosella Pisciotta, che mi scelse. A lei dedicherò il brano “Cammino nella notte” che suonai anche allora. Un grande affetto, che è continuato con Francesco De Luca e tutto il team del Miela. Trieste poi è una delle più belle città italiane, soprattutto nei suoi angoli meno conosciuti e per la sua atmosfera che trasuda storia e cultura. Il sentiero Rilke è il mio luogo d’elezione, così come il Carso più nascosto. Il pubblico triestino mi ha sempre supportato e non vedo l’ora di festeggiare assieme».

Dal vivo propone, nei primi quaranta minuti, il nuovo “Don’t forget to fly” «Una suite per pianoforte in 12 movimenti – racconta – che diventano ancora più potenti se ascoltati in sequenza. Ho ideato un soggetto come se dovessi scrivere un film. Tutto quello che si sente avviene dentro a un sogno, dal primo all’ultimo suono», mentre nella seconda parte, di circa la stessa durata, esegue le hit estratte dagli album di studio e dalle colonne sonore (18 i lavori pubblicati finora) che gli hanno assicurato un posto di rilievo nella scena strumentale contemporanea. «Lo spettacolo – prosegue – è un’esperienza di immaginazione, niente scenografie, proiezioni video, effetti speciali, elettronica: c’è solo il gran coda pianoforte e un fascio di luce. Una scelta apparentemente anti-contemporanea che si sta rivelando fortissima: induco le persone a non avere nessun elemento di distrazione visiva e a stare nel suono. Funziona, il pubblico gode tantissimo nell’attivare il meccanismo dell’immaginazione, comunico loro quasi la sensazione tattile del volo».

«La seconda parte - continua il musicista - è una controfase, come se ci fosse un ascensore che ci porta dalla dimensione del sogno a quella del reale, camminando in una metropoli con tutte le sue luci, contraddizioni, ritmi frenetici: qui suono i pezzi di maggior groove percussivo».

Uscito a maggio, “Don’t forget to fly”, un concept sul volo registrato, mixato, masterizzato da Stefano Amerio al Teatro di Fiesole «non solo per la sua acustica straordinaria ma anche perché in quegli stessi luoghi, narra la leggenda, Leonardo Da Vinci ha effettuato le sue prove di volo, incarnando egli stesso la “seconda vita di Icaro”» è entrato nelle principali playlist mondiali di musica classica, in Italia album strumentale più venduto.

Protagonista di progetti al confine tra musica e cinema, celebrato anche con il Nastro D’Argento 2019 Musica dell’Arte per le sue colonne sonore, Anzovino ha collezionato oltre 30 milioni di streaming in 180 Paesi nel mondo, con un costante consenso di pubblico a incorniciare un 2023, da poco concluso, ricco di soddisfazioni: dalla tournée in Giappone, dove si è esibito alla Bulgari Tower, all’Auditorium Agnelli di Tokyo e allo Spot Rag di Kyoto, fino alle colonne sonore “Uomini e Dei. Le meraviglie del Museo Egizio”, con la partecipazione straordinaria del Premio Oscar Jeremy Irons e “Borromini e Bernini. Sfida alla perfezione”.

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