Morto Pietro Greco il “padre” dei giornalisti scientifici formati al Master della Sissa

Giornalista e scrittore di scienza, una laurea in Chimica alle spalle, una curiosità inesausta per la storia della fisica in particolare. Un intellettuale rinascimentale che affondava le sue radici nell’humus nobile e antico della Magna Grecia, promuovendo l’ideale della cittadinanza scientifica. Pietro Greco, caro collega e amico da quarant’anni, se n’è andato ieri mattina nella sua Ischia per un infarto che l’ha colto a tradimento, lasciandoci senza parole. Aveva 65 anni.
Considerava Trieste un po’ la sua seconda città, specie da quando – nell’ormai lontano 1993 – avevamo messo in piedi, assieme a un altro collega di raffinata cultura partenopea, il compianto Franco Prattico, e ad alcuni fisici della Sissa (Stefano Fantoni e l’allora direttore Daniele Amati) quel Master in comunicazione della scienza diventato tra i più importanti d’Europa e che Pietro ha guidato per molti anni, amatissimo dagli studenti.
A Trieste, in particolare, Pietro aveva stabilito un rapporto di ammirazione e amicizia con Margherita Hack (di cui ha scritto una biografia) e con Gian Carlo Ghirardi, il fisico teorico scomparso due anni fa al quale ha idealmente dedicato uno dei suoi ultimi libri (“Quanti”, Carocci editore) sulla storia della meccanica quantistica. Ma tante sono state le occasioni che lo hanno visto protagonista qui a Trieste di conferenze, dibattiti, presentazioni di libri.
Era arrivato al giornalismo e alla divulgazione della scienza piuttosto tardi, dopo alcuni anni di laboratorio all’Università Federico II di Napoli – che nel 2019 l’ha premiato tra i suoi laureati illustri. Nel 1987 aveva cominciato a scrivere per le pagine di scienza dell’ “Unità”: lunghi articoli che ampliavano la dimensione delle notizie di giornata, rapporti su convegni, recensioni, interviste. Ma non aveva mai voluto essere assunto, preferendo un contratto da free lance che gli lasciava maggiore libertà.
Tra i fondatori della Città della scienza di Napoli e dei giornali online “Galileo” e “Scienza in rete”, Pietro Greco è stato per due anni consigliere del ministro dell’Università e della ricerca Fabio Mussi nel secondo governo Prodi. Scriveva su testate cartacee e online. E si era avventurato su Facebook con la discrezione di sempre, quasi scusandosi di segnalare l’uscita dei suoi libri e gli eventi di cui era protagonista. Proprio giovedì sera (a poche ore dalla morte) aveva condotto due dibattiti in rete, uno dei quali con Giorgio Parisi, presidente dei Lincei, e con il fisico e saggista Carlo Rovelli.
Fra i trenta libri scritti o curati da Pietro Greco spiccano i cinque ponderosi volumi su “La scienza e l’Europa” e i saggi su Einstein. Era conduttore e commentatore a “Radio3 Scienza” fin dall’esordio della trasmissione, nel 2003. E negli ultimi due anni era caporedattore di “Il Bo Live”, il magazine online dell’Università di Padova, chiamato da Telmo Pievani, il filosofo della biologia. Che così lo ricorda: «Era una persona di rara dolcezza, di fine intelligenza e arguta mitezza, che univa la pacatezza dei modi e dei toni al rigore dell’analisi e della militanza». —
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