Morto Attenborough, re degli Oscar con “Gandhi”

Novantenne, viveva in una struttura per attori a Londra con la moglie. Aveva debuttato nel 1969 con un film pacifista
Di Edoardo Marchi
JURASSIC PARK, Richard Attenborough, Laura Dern, Sam Neill, 1993, (c) Universal
JURASSIC PARK, Richard Attenborough, Laura Dern, Sam Neill, 1993, (c) Universal

LONDRA. L'attore e registra britannico Richard Attenborough si è spento domenica sera. Aveva 90 anni. Tra i numerosi film che Lord Attenborough ha interpretato emergono “Brighton rock”, del 1947, tratto dalla novella di Graham Greene, “La grande fuga” e il colossal “Jurassic Park” diretto da Steven Spielberg.

La sua carriera è durata complessivamente una sessantina di anni e come regista il suo film più famoso è probabilmente “Gandhi”, che vinse ben otto premi Oscar nel 1982, tra cui quello per il miglior film, la miglior regia, il miglior attore protagonista, Ben Kingsley.

Lord Attenborough viveva a Londra in una struttura per anziani attori, insieme con la moglie Sheila Sim, da diversi mesi, ed era costretto su una sedie a rotelle da circa sei anni, dopo essere caduto.

L'attore e regista britannico, uno dei mostri sacri del cinema d'oltre Manica, era nato a Cambridge ed era il fratello maggiore di Sir David Attenborough, un naturalista e produttore televisivo, e di John Attenborough, un dirigente dell'Alfa Romeo morto nel 2012. Uno dei primi a reagire dopo la sua scomparsa è stato il premier britannico David Cameron, ricordando che «la sua prestazione in Brighton Rock è stata incredibile, la sua regia in “Gandhi” eccezionale, Richard Attenborough è stato uno dei grandi del cinema».

I due ultimi suoi film in cui è apparso sono stati il remake di “Miracolo sulla 34.ma strada” nel 1994, il sequel di “Jurassic Park” nel 1997. Nel 2006, “Closing the ring” è stato il suo ultimo film da regista e produttore, con Shirley McLaine. Uscita l'anno successivo la pellicola, che ha ricevuto critiche discordanti, racconta la storia di un aviatore precipitato nel 1943 alle porte di Blefast, che in punto di morte chiede al figlio di consegnare il suo anello alla fidanzata. Il tentativo avverrà solo 50 anni dopo, in un Irlanda del nord nel pieno della tensione.

In una vita spesa per la carriera cinematografica, spicca l'attività benefica. Richard Attenborough è stato per trentatré anni presidente di una campagna per raccogliere fondi per la lotta alla distrofia muscolare. Era sposato dal 1945 con l'attrice Sheila Sim. Un grande dolore era arrivato nel 2004, quando la figlia Jane e la nipote quindicenne Lucy erano morte nello tsunami e nel terremoto che aveva colpito la Thailandia, dove erano in vacanza. Il nipote Samuel era sopravvissuto ma era rimasto gravemente ferito.

Tra le passioni dell'eclettico ed elegante regista inglese, sempre sorridente, quella per la pittura. Aveva collezionato ceramiche di Picasso fin dagli anni Cinquanta, più di cento oggetti erano stati esposti al New Walk Museum and Art Galleri a Leicseer nel 2007, in una mostra che aveva dedicato ai membri della sua famiglia colpiti dallo tsunami. Negli ultimi anni si era attivamente impegnato anche come ambasciatore dell'Unicef e di altre iniziative umanitarie.

Nel 1969, negli anni in cui in tutto il mondo prendeva forma il movimento di contestazione al sistema, aveva debuttato alla regia con il film “Oh, che bella guerra”. Scatenando l’entusiasmo dei pacifisti.

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