Morto a 61 anni Attilio Giordano, direttore del Venerdì di Repubblica

All'età di 61 anni è morto Attilio Giordano, direttore del settimanale Venerdì di Repubblica sin dal 1993. A dare la notizia è stato il direttore del quotidiano Mario Calabresi con un messaggio su Twitter: "Ci ha lasciato Attilio Giordano direttore del Venerdì di @repubblicait, senza fare rumore, fedele ai modi eleganti e sobri con cui è vissuto".
Siciliano d'origine, Attilio Giordano si trasferì a Genova da bambino. Già negli anni del liceo scientifico cominciò a collaborare alla rivista azionista "Pietre" con alcuni articoli di letteratura. Poi intorno ai vent’anni avviò una collaborazione con il quotidiano "Il Lavoro”. Nel 1989 diventò capocronista nella nascente edizione torinese di Repubblica, spostandosi poi a Napoli con lo stesso ruolo e approdando infine al Venerdì, tre anni più tardi, come inviato.
Attilio Giordano, soprannominato Attila, ha scritto numerosi reportage da varie parti del mondo: Nigeria, ex Jugoslavia, Albania, Afghanistan, Israele, fino ad approfondire una delle sue passioni: le vicende degli ex paesi comunisti. «Sempre con quella curiosità intellettuale - ricordano i colleghi - che unita alla cronaca e alla cultura, contribuiva a dare un valore aggiunto. Quel qualcosa in più che aiutava a rendere chiare anche ai lettori meno esperti, le vite di quei luoghi». Ancora, i colleghi lo ricordano come un giornalista che non aveva pregiudizi per le novità e continuava a “passare” personalmente gli articoli anche dei collaboratori più giovani, ai quali sapeva dispensare, spesso con ironia, consigli professionali. Giordano sapeva essere un deskista completo, «un uomo macchina» capace di far contemporaneamente più cose senza perdere il filo dei ragionamenti e le qualità di scrittura.
I passi professionali di Giordano a Repubblica lo portarono prima a Torino, dove tenne a battesimo la redazione, e poi a Napoli, dove è rimasto fino al 1993, quando il nuovo incarico lo chiamò a Roma. Lì comincia la storia che lo ha legato al Venerdì di Repubblica, di cui diventa caporedattore e direttore. «Elegante anche nella sua malattia - dicono di lui amici e colleghi - tradendo le sue origini siciliane. Presente ma sempre poco appariscente. Deciso e caparbio nel mantenere lontani dal suo dolore gli amici». I funerali si svolgeranno oggi a Roma, alle 16, nella chiesa di Santa Maria del Suffragio in via Giulia.
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