Mentre il Caffè San Marco apre a Trieste, il mondo intero precipita in un incubo: ecco cosa accadde in quel 1914

La diplomazia cede il passo alle contrapposizioni e il conflitto incombe. I grandi commerci internazionali, il ritardo della siderurgia italiana, il primo semaforo e il genio di Chaplin: ecco cosa accadde a Trieste, in Italia, in Europa e nel mondo 110 anni fa

Nella foto grande il Caffè San Marco e attorno alcuni scatti di eventi significativi avvenuti nel 1914
Nella foto grande il Caffè San Marco e attorno alcuni scatti di eventi significativi avvenuti nel 1914

TRIESTE Il Caffè San Marco festeggia quest’anno 110 anni di vita: il commerciante di vini Marco Lovrinovich lo inaugurò infatti il 3 gennaio 1914. Quello, però, non fu un anno come gli altri: il mondo, e con lui ogni dimensione personale, stava per precipitare nell’abisso della guerra.

In occasione del compleanno dello storico locale di via Battisti scopriamo che cosa accadeva a Trieste, in Italia, in Europa e nel mondo in quel 1914.

I 110 anni del Caffè San Marco a Trieste, scrigno del tempo che fu
I 110 anni del Caffè San Marco di Trieste

A Trieste 

Un crocevia di popoli, gli italiani a combattere in Galizia. Poi, la guerra

Trieste: il Porto negli anni vicini al 1914 in una cartolina d’epoca
Trieste: il Porto negli anni vicini al 1914 in una cartolina d’epoca

Da un documentario di Raistoria: “Nel 1914, alla vigilia del conflitto mondiale, Trieste è un crocevia di sloveni, serbi, italiani, ebrei e greci; la città è il secondo capoluogo dell’Austria, il terzo dell’Impero Asburgico e il primo porto sull’Adriatico, decisivo per lo scambio di merci e di passeggeri. Allo scoppio della guerra tutto precipita. Trieste è la retrovia di una delle zone più cruente del fronte e subito l’arresto dell’economia e dei rifornimenti non tarderà a farsi sentire”. In poche settimane migliaia di italiani sono inviati a combattere in Galizia (un’area oggi tra Polonia e Ucraina) mentre un migliaio di triestini irredentisti scappano: si arruoleranno nel regio esercito e 187 moriranno da italiani. Tra loro Scipio Slataper nel 1915 e Carlo Stuparich l’anno successivo. Gli altri triestini partirono in massa tra le fila dell’esercito asburgico.

In Italia 

La fase pre-bellica: neutralità iniziale e una scarsa produzione di acciaio

Soldati italiani testano strumenti ottici nel 1914 (photos of the past from Hanwell)
Soldati italiani testano strumenti ottici nel 1914 (photos of the past from Hanwell)

Per l’Italia lo scoppio della prima Guerra Mondiale arriva nel 1915; nel 1914 il nostro Paese non entrò immediatamente nel conflitto, utilizzando per un anno una clausola del Trattato della Triplice Alleanza per dichiararsi temporaneamente neutrale. Nel mentre, si sviluppava la discussione politica tra posizioni opposte: gli Interventisti (per l’immediato ingresso in guerra) e i Neutralisti (contrari al conflitto). L’Italia all’epoca era ancora un paese semindustrializzato, che in un settore industriale decisivo sempre, ma ancora più fondamentale in fase pre-bellica, come quello delle acciaierie, si attestava su una produzione di circa 900mila tonnellate annue rispetto ai 17,6 milioni di tonnellate prodotte in Germania, ai 7, 8 in Gran Bretagna. Anche il piccolo Belgio produceva acciaio in quantità quattro volte superiori rispetto all’Italia.

In Europa 

28 giugno, gli spari a Sarajevo e il mondo precipita in un abisso

Francesco Ferdinando lascia il palazzo di Sarajevo con Sofia: saranno assassinati 5 minuti dopo (Europeana / Walter Tausch)
Francesco Ferdinando lascia il palazzo di Sarajevo con Sofia: saranno assassinati 5 minuti dopo (Europeana / Walter Tausch)

C’è una data del 1914 che esce dalle semplice segnalazioni degli annali, per segnare con valore assoluto la storia dell’umanità. 28 giugno: a Sarajevo sono assassinati l’arciduca d’Austria Francesco Ferdinando e la moglie Sofia. Questo evento sarà il cosiddetto casus belli: scatenerà il conflitto della prima guerra mondiale. Le date successive sono un rosario di decisioni drammatiche. Ne segnaliamo solo alcune, nella prima fase. 28 luglio (a un mese esatto dall’attentato): l’Austria-Ungheria dichiara guerra alla Serbia. Primo agosto: la Germania dichiara guerra alla Russia. 3 agosto: la Germania dichiara guerra alla Francia. 5 agosto: la Gran Bretagna dichiara guerra alla Germania dopo che questa si è rifiutata di rispettare la neutralità del Belgio.

Nel mondo

Il primo vascello transita a Panama. Debutta Charlot e nasce DiMaggio

Navi transitano lungo il canale di Panama nel 1914 in una foto dall’alto (Smithsonian Magazine).
Navi transitano lungo il canale di Panama nel 1914 in una foto dall’alto (Smithsonian Magazine).

L’anno fu orribile, pieno di presagi tragici e preludio a un conflitto sanguinario che interessò il pianeta. Ma sabato 7 febbraio 1914, quando ancora le svolte drammatiche stavano per compiersi, c’è un piccolo circoletto rosso sul calendario, e possiamo abbinare ad esso un sorriso: quel giorno debutta al cinema Charlot. “Charlot ingombrante” è il titolo del film diretto da Henry Lehrman, prodotto dalla Keystone Pictures Studio e girato a Venice, famosa spiaggia di Los Angeles. Risale invece al 5 agosto un centenario destinato a segnare le nostre abitudini quotidiane: a Cleveland viene installato ad un incrocio il primo semaforo. Successivamente il primo vascello passa attraverso le chiuse del Canale di Panama. Nascono nel 1914 Joe DiMaggio, William Burroughs Octavio Paz, Alec Guinness, Marguerite Duras e Dylan Thomas.

Al Piccolo 

La vigilia di un dramma: sede devastata dai filo austriaci

La storica sede del Piccolo in via Pellico
La storica sede del Piccolo in via Pellico

Com’è noto, il nostro giornale, fondato da Teodoro Mayer, debutta il 29 dicembre 1881: era solo un foglio, appena due pagine (davanti e dietro), con dimensioni modernissime: qualcosa chi richiamava, anzi, che anticipava, la grandezza di un formato tabloid. Costava due soldi, fu venduto in 32 copie. Il senso del Piccolo era quello di rappresentare una voce semplice ed economica, ma soprattutto diretta e libera, per rappresentare le istanze della popolazione di lingua italiana. Il 1914 è un anno delicato, perché prelude a una delle pagine più drammatiche per il giornale. La sede del Piccolo sarà data alle fiamme da un gruppo di cittadini filo-austriaci la notte del 23 maggio 1915 – giorno della dichiarazione di guerra del Regno d’Italia all’Austria-Ungheria – durante la quale vennero bruciate anche le sedi delle principali associazioni filo-italiane.

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