Matvejevc malato a Zagabria: un appello per dargli il Nobel
TRIESTE. «Predrag Matvejevic è la sintesi dell'Europa, anche dell'Est, che si riconosce nel Mediterraneo e nella sua storia: nella sua vita, nella sua famiglia, nella sua opera letteraria e politico-letteraria, ai tempi della cortina di ferro, si ritrovano quasi tutte le etnie, le religioni, le nazionalità e le culture che oggi come ieri, qualcuno vuole trasformare in ragione di conflitto».
Inizia così la lettera-petizione sottoscritta dal comitato che intende candidare Predrag Matvejevic al Premio Nobel per la letteratura. Lo scrittore e accademico croato, nato a Mostar 83 anni fa, autore di opere come “Breviario meditarraneo”, “Sarajevo”, “Un’Europa maledetta”, “Pane nostro”, nonché vicepresidente del Pen Club Internazionale di Londra, socio onorario del Pen Club di Trieste, Premio Strega Europeo nel 2003, Legion d’onore del governo francese e cittadino italiano onorario, è oggi ricoverato sembra per una grave forma di neuropatia in un ospedale psichiatrico di Zagabria.
Ora un comitato composto da scrittori e giornalisti quali Pino Aprile, Nicolò Carnimeo, Giulia D'Angelo, Fabio Fiori e Fabio Pozzo, ha redatto una lettera di candidatura di Matvejevic al Premio Nobel immediatamente sottoscritta da più di sessanta fra scrittori, giornalisti e intellettuali, tra cui Claudio Magris, Folco Quilici, Silvio Perrella, Maurizio Scaparro. «I fatti di questi giorni - si legge nella lettera- , e più in generale di questi anni, rendono tragicamente attuale l'ammonimento di Predrag Matvejevic "sono immense le incongruenze che hanno contrassegnato le diverse civiltà e culture del Mediterraneo, vecchie e nuove" e continua aggiungendo che "lo tradiamo accostandoci ad esso da punti di vista eurocentrici"». Ancora, per i promotori del Nobel Matvejevic ha sempre ribadito «inascoltato che "l'immagine che ci offre il Mediterraneo non è affatto rassicurante", invitando perciò tutti a conoscere e valorizzare "modi di essere e maniere di vivere comuni o avvicinabili, a dispetto delle scissioni e dei conflitti"».
Più volte al centro di polemiche con il governo di Zagabria per le sue posizioni contro ogni integralismo e iper-nazionalismo, Matvejevic ha avuto in Boris Pahor uno dei suoi più strenui sostenitori ed è per tanti scrittori e intelletuali “di frontiera” un maestro di quella che egli stesso ha definito la geopoetica: «sono i luoghi - si legge ancora nella lettera di candidatura al Nobel -, sedimentando storia e sentimenti di tanti popoli, che emanano poesia; i poeti non la creano, quindi, ma semplicemente, con la loro maggiore sensibilità, la colgono e la "traducono" con i loro versi, mettendola a disposizione degli altri». Per sottoscrivere la lettera inviare una mail a nobelpermatvejevic@gmail.com indicando nome cognome e qualifica.
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