Matthew Lee: «Aggiungo note a Bach»

«Il mio modo di suonare il piano in stile honky tonk, blues, country viene dall’America. Per quanto mi riguarda essere d’altri tempi non significa rimanere ancorato al passato, ma semplicemente recuperare valori importanti, che forse stavamo rischiando di perdere, il tutto però rivisto in una chiave attuale, non “un’operazione nostalgia”, ma qualcosa che spero possa essere percepita come una novità»: Matthew Lee, grande performer che lunedì chiuderà al Miela la penultima serata del Trieste Calling The Boss, con il suo pianoforte e la sua voce riporta il rock’n’roll alle origini.
Alle 20.30 Carlo Ozzella e la Mama Bluegrass Band scalderanno il pubblico prima del “genius of rock’n’roll”: «Sarò con la band – spiega Matthew Lee – in uno spettacolo legato al mio nuovo album “Piano Man” uscito per Universal e Decca Black. Nel disco, un lavoro molto variegato che va dalla musica classica al rock’n’roll, tra cover e inediti, ci sono 17 tracce, dal vivo ne farò almeno nove».
La tv lo ospita spesso: a vent’anni è a “Domenica in”, partecipa a “Speciale per me” di Renzo Arbore sempre su Rai 1, al Roxy Bar di Red Ronnie, nel 2015 vince il “Coca Cola Summer Festival” su Canale 5, nel 2017 è a “Cavalli di battaglia” di Gigi Proietti, all’Edicola Fiore, nella trasmissione di Capodanno su Rai 1; al tempo stesso è molto presente sui social: «La tv è ancora uno dei principali media. Dà la popolarità e l’opportunità di arrivare velocemente a tante persone. Con i social mi diverto molto, su facebook faccio spesso delle dirette e mi seguono anche 8-10 mila persone, parlo con la gente… L’altro giorno mi hanno lasciato un commento che mi ha colpito: “ti sentiamo come uno di famiglia”».
Anche con i concerti non si risparmia, sono più di mille tra Usa e Europa: «A ottobre sarò in Cina e a novembre in Russia per un tour nei teatri; ho sempre suonato molto all’estero». Nelle situazioni più diverse, davanti a 150 mila persone così come in stazione: «Ci sono i grandi live organizzati, e poi quelli improvvisati. Anche l’altro giorno ero in stazione a Firenze e quando c’è un pianoforte penso: perché non suonarlo? Porti allegria. Il mio video realizzato all’aeroporto di Fiumicino ha fatto più di due milioni di visualizzazioni, stavamo tornando da un concerto e c’era questo pianoforte, andai a suonarlo e dissi ai ragazzi di accompagnarmi in qualche modo, battendo il tempo sulla valigia, improvvisando… Fu una cosa pazzesca a livello di feedback, raddoppiai i contatti sui social e non era niente di preparato: sono le cose migliori». I suoi beniamini sono americani come Elvis e Jerry Lee Lewis, tra le cover però ha inserito anche qualche brano made in Italy: «Ascolto da sempre molta musica americana. Le cover che ho ripreso di brani italiani risalgono ai miei ascolti di quando stavo in famiglia, e oltre a Elvis si ascoltava Pino Daniele, Zucchero, Bennato, Concato e queste canzoni riecheggiavano in me. “L’isola che non c’è” di Bennato è stato uno dei primi esperimenti, battere gli originali è molto difficile e l’unica cosa che puoi fare se ti piace una canzone è farla alla tua maniera, “manometterla”». Nella sua biografia si legge che fu cacciato dal conservatorio: «All’epoca la presi male. Mi radiarono perché aggiungevo note alla musica classica e non era ben visto. Mi ispiravo molto al pianista francese Richard Clayderman che aveva ripreso tante cose della musica classica per rifarle a modo suo. Può sembrare una sfida ma non è così, è solo che ho sempre pensato che ognuno deve metterci la sua personalità. Per qualcuno Bach è intoccabile, per me si può toccare pure quello. Mi arrivò una lettera tipo avviso di garanzia, ero un ragazzino e fu un colpo ma adesso fa colore nel curriculum! Poi è diventata una professione, con i live ho cominciato a fare un po’ di rumore, mi hanno invitato in tv ed è andata bene, ma all’inizio non fu semplice».
Il Calling The Boss lunedì, prima del Miela, prevede un appuntamento anche al pomeriggio: alle 17 al Teatro dei Fabbri si celebra il quarantennale dell’album di Springsteen «Darkness on the edge of town» con «From Darkness to Broadway», uno spettacolo tra reading e concerto con cantanti di varie tribute band: Renato Tammi (chitarra e voce, The Springstreet Band), Raffaele Pastore (chitarra e voce, The Essential), Carlo Ozzella (chitarra e voce, The 57th Street Band), Gaetano Ambrico (piano, The Essential) mentre la lettura e recitazione sarà affidata agli attori triestini Stefano Vattovani e Sara Alzetta.
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