Marina Ripa di Meana addio alla “celeb” oltre ogni convenzione
Nata a Reggio Calabria 76 anni fa, da 16 lottava contro il cancro Scrittrice, attrice, personaggio tv sempre anticonformista

ROMA. Addio a Marina Ripa di Meana. Un tumore contro il quale combatteva da 16 anni si è portata via a 76 anni una delle grandi protagoniste della vita mondana italiana degli ultimi cinquant’anni, una donna eccentrica, brillante e tenace che è stata anche stilista, scrittrice, attrice, opinionista e personaggio televisivo di successo. Si è spenta nella sua casa di Roma circondata dai familiari. Per suo volere, non ci sarà alcuna cerimonia funebre. La notizia della morte di Marina Ripa di Meana si è diffusa rapidamente in tutta Italia anche attraverso i social: benché considerata un personaggio controverso e provocatorio è sempre stata enorme la sua popolarità sia come animatrice dei salotti anche televisivi, sia per le sue battaglie ambientaliste per la difesa degli animali e la protezione del paesaggio, e, in ultimo, per la diagnosi precoce del cancro.
Nata a Reggio Calabria il 21 ottobre 1941 come Marina Elide Punturieri, nel 1964 sposò a Roma Alessandro Lante della Rovere, allora rampollo di una delle famiglie aristocratiche più in vista della capitale. Da lui ebbe la figlia Lucrezia, che è divenuta una nota attrice. A seguito del matrimonio, e grazie alla sua bellezza, intelligenza e verve, visse gli anni d’oro della “dolce vita” romana, tra gli ambienti e i personaggi che Fellini raccontò nell’omonimo film. In quel periodo incontrò Pasolini, Moravia e divenne amica dei cosiddetti artisti della Scuola di Piazza del Popolo, tra cui Mario Schifano, Tano Festa e Franco Angeli. Con quest’ultimo ebbe anche una travagliata relazione extraconiugale che poi descrisse nel libro Cocaina a colazione (2005) in cui raccontò di essere arrivata anche a prostituirsi per poter procurare droga all’amante. Dopo il divorzio dal marito (che poi ricorse alla legge per vietarle di continuare a utilizzare il suo cognome) ebbe numerose relazioni con giornalisti, artisti, intellettuali e industriali, come si legge tra le pagine del suo ultimo libro, il quattordicesimo, “Colazione al Grand Hotel”, scritto mentre si sottoponeva a trattamenti di chemio e mandato in libreria l’anno scorso. Non si è negata nessuna esperienza Marina, nel frattempo diventata Ripa di Meana dopo le nozze nel 1982 con il marchese Carlo Ripa di Meana, parlamentare europeo, portavoce dei Verdi e presidente di Italia nostra. Nozze che videro come testimoni per lei Alberto Moravia e Goffredo Parise e Bettino Craxi per lui. Non si è negata nulla: ha scritto un libro autobiografico, I miei primi quarant’anni, diventato di culto e pure film, scatenando scalpori e timori di quelli che si riconobbero nei suoi racconti di donna desideratissima e anticonformista; ha recitato per il cinema e il teatro, ha diretto un film con Eva Grimaldi rivelatosi un flop, una rivista patinata, ha condotto un programma televisivo, ha fatto perfino la valletta per Maurizio Costanzo arrivando a rompere con lui dopo avergli tirato una torta in faccia nel corso di una puntata della trasmissione Grand’Italia. Prima di combattere quella con la malattia che l’ha presa viva, Marina Ripa di Meana ha partecipato da protagonista ad altre importanti battaglie, a cominciare da quella, negli anni Novanta, contro l’uso delle pellicce per la quale non ebbe remore a posare completamente nuda per la campagna dell’International Fund for Animal Welfare contro l’atroce uccisione degli animali da pelliccia. Era il 1996 e la sua foto con le braccia incrociate e la scritta “l'unica pelliccia che non mi vergogno d'indossare” fece enorme scalpore, non solo in Italia.
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