Marco il pinguino l’intensa vita sociale di una star a due zampe

Per anni è stato la star indiscussa dell’acquario di Trieste, adorato dai bambini, ammirato dagli adulti e una vera attrazione per tanti turisti. Torna nelle librerie “Marco Il Pinguino di Trieste”...
Per anni è stato la star indiscussa dell’acquario di Trieste, adorato dai bambini, ammirato dagli adulti e una vera attrazione per tanti turisti. Torna nelle librerie
“Marco Il Pinguino di Trieste” (Mgs Press, euro 7,50, pagg. 47)
, la storia del simpatico animale, scritta da
Roberto Covaz
, in una nuova edizione con testi rinnovati e l’aggiunta di immagini. Speciale l’introduzione, ironica e in dialetto, affidata all’attore e scrittore Alessandro Fullin.


Il volume, che sarà presentato venerdì alle 18 alla libreria Ubik di Trieste, racconta la vicenda del pinguino, che tra gli anni ’50 e ’80 preferiva alla sua vasca le Rive cittadine, dove passeggiava liberamente. La sua lunga vita viene ripercorsa con articoli di giornale, curiosità, aneddoti. E con tante immagini, che lo ritraggono in mezzo ai bimbi, tra le autorità dell’epoca, mentre nuota o si mette in posa per qualche scatto tra la gente.


«
Me ricordo che iero de fora, su le Rive, e mia mama me tigniva per man
– scrive Fullin –
a un certo punto xe rivado el mitico Marco per la felicità de tuti noi muleti. A dir el vero, Marco gaveva un aspeto tut’altro che regale. El caminava dondolandose imbriago come se el se gavessi fato già nel primo pomerigio do giri de spritz. Marco el pinguin el doveva esser pitosto sodisfato perché, in definitiva, el iera famoso come Nino Benvenuti e con el vantagio de no ’ver ciapà mai un stramuson
».


«Marco era un pinguino che si credeva uomo e gli uomini, sbagliando, credevano fosse un pinguino», scrive Covaz. Marco ha vissuto a Trieste dal 1953 al 1985. Vi arrivò a bordo della motonave Europa proveniente dal Sudafrica e subito fu adottato dallo staff dell’Aquario. Il pinguino diventò ben presto molto popolare e il numero di visitatori dell’Aquario crebbe in maniera esponenziale. Solo che Marco, credendosi un uomo, all’Aquario ci stava ben poco e preferiva passeggiare sulle rive assieme ai suoi amici custodi.


Per incontrare Marco le persone arrivavano da tutto il mondo e lui si metteva in posa per farsi fotografare come una star. I bambini osservavano quello strano essere con curiosità mista a timore. I più temerari che provavano ad accarezzarlo venivano puniti con una beccata sul naso: decideva solo Marco se e da chi farsi avvicinare.


Molti gli episodi divertenti, entrati nell’aneddotica cittadina. Un giorno un custode dell’acquario gli pestò senza volere una zampa. Mortificato per l’incidente l’uomo lo soccorse: lo cullò, lo accarezzò. Al pinguino non sembrano vere tante attenzioni. Da quel giorno, quando voleva farsi coccolare, Marco fingeva di zoppicare «quasi - scrive l’autore - fosse stato un piranha a mordergli la zampetta».


Covaz descrive la quotidianità di Marco, condita sempre da note curiose. «Ballonzola tranquillamente sulle Rive, si tuffa nel porticciolo del molo Pescheria, ma non si allontana mai dalla sua nuova casa. In poco tempo la notizia del pinguino Marco fa il giro del mondo e la presenza nell’Aquario di questo adorabile animale diventa una delle attrattive turistiche di maggior successo a Trieste. Di pari passo alla sua notorietà si diffonde anche la leggenda del suo salvataggio dalle fauci di un’orca assassina. Un tocco di suggestione in più...».


Alla fine anche Marco si arrese all’età, ma non cessò di essere speciale. «Nessuno ne ha mai stabilito l’età al momento del suo arrivo a Trieste. Si sa solo che un pinguino della sua specie vive in media 20-25 anni. Ecco perché è del tutto eccezionale dal punto di vista scientifico, oltre che l’avventurosa vicenda, la sua longevità: almeno 32 anni».


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