Luka Šulić, il bravo ragazzo dei 2Cellos si affida alle fiabe dell’antica tradizione slovena

TRIESTE Giovane, carino e famoso in tutto il mondo. Luka Šulić, è il “bravo ragazzo” dei 2Cellos, in netto contrasto con il suo imprevedibile collega Stjepan Hauser. Un’accoppiata vincente, che ha conquistato l’affetto di milioni di persone in una vita di spostamenti, sale di registrazione e sale da concerto, che diventano arene nel periodo estivo. E neanche durante il lockdown concedersi del tempo per stare steso sul divano a leggere risulta facile per Luka Šulić. Il violoncellista sloveno sembra essere più impegnato che mai. Nel 2019, anno di pausa dai 2Cellos, era partito con il suo progetto solista proprio da Trieste, dal Teatro Verdi. Šulić, avrebbe dovuto esibirsi in Giappone e a Vienna questa primavera, nel momento in cui i lockdown si susseguivano di paese in paese. E mentre migliaia di suoi fan restavano con dei biglietti da utilizzare in date da riprogrammare, lui ha fatto ritorno nella sua Slovenia per riabbracciare la famiglia. «Continuo a pensare, cerco di riflettere, ma fatico a darmi delle spiegazioni in merito a quello che sta succedendo intorno a noi», racconta.
La scorsa estate, aveva presentato in prima mondiale a Trieste il suo arrangiamento per violoncello delle celeberrime “Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi” ed era volato a Roma per incidere questo nuovo progetto per Sony Classical con gli archi dell’Accademia di Santa Cecilia diretti da Luigi Piovano. Proprio mentre era lì era arrivata, in anticipo di qualche giorno rispetto alle previsioni, la piccola Hana a rallegrare la sua famiglia. «Ed è proprio con il mio primogenito Val e con Hana che passo le mie giornate. Da quando sono tornato a casa non ho più un minuto per me, sono solo il loro papà». E in quanto padre si trova ad osservare una realtà inedita. «Mi chiedo spesso come sarà il mondo dopo tutto questo. Vorrei capire per quanto ancora riusciremo a sopportare pazientemente tutte le limitazioni che ci sono state imposte e quando potremo riavere il controllo delle nostre azioni. Penso a come sarà il futuro in cui vivranno i miei figli e sono preoccupato perché rischiamo di perdere la nostra libertà».
Ma intanto, ai suoi bambini, Šulić sta regalando i primi insegnamenti e i primi contatti con il mondo delle fiabe. «In casa abbiamo molti libri per bambini. Hana è ancora troppo piccola, ma il suo fratellino ama sentirsi leggere le favole preferite. In questo periodo si è affezionato a “I tre porcellini” e ci chiede continuamente di raccontargliela. Oltre a questa, mi piace anche leggergli alcune delle fiabe della tradizione slovena che tramandano tanti buoni insegnamenti. Desidero che i miei figli si abituino a usare l’immaginazione e a restare sempre positivi. Devono imparare ad affrontare e a risolvere i problemi che incontreranno lungo il loro cammino».
Determinato e concentrato su tutti i suoi progetti, Šulić ha sempre scelto di vivere la sua vita comportandosi correttamente e approcciando la lettura con passione. Ma c’è stato un tempo in cui, da ragazzino, tra le ore di studio e quelle di pratica per le sue infinite competizioni musicali, lui teneva un libro sempre con sé. «“Il signore degli anelli” è stato il mio mondo parallelo in quei giorni. Ero ossessionato da quella storia. Lo ho letto in sloveno ma anche in lingua originale. Era stupendo poter fantasticare di un mondo in cui c’erano spade e dragoni, hobbit, elfi e tante altre creature, ma non c’erano violoncelli o stress». Con la maturità cambiano anche le scelte e l’ultimo titolo che Sulič ha scelto di comprare per sé non è un romanzo. «Si intitola “12 regole per la vita. Un antidoto al caos” di Jordan Peterson (ed. Mylife, 450 pagine)». Un vero e proprio best seller in moltissimi paesi. «L’ho comprato perché mi ha incuriosito ed è stata una lettura appagante, che mi ha offerto molte conferme sulla mia visione della vita».
Il successo non lo ha allontanato dai sentimenti. È stato uno dei primi artisti a lanciare un messaggio di affetto al popolo italiano dal suo profilo Instagram nei primi, difficilissimi giorni di lotta alla pandemia. «Stavo guardando un video in un momento in cui sentivo la nostalgia dei 2Cellos, dei nostri concerti, e non ho potuto non pensare all’Italia e a tutti i nostri fan». Una citazione da “Così celeste” di Zucchero e «un grande abbraccio a tutta l’Italia e l’augurio che presto torni il sole a splendere!». Poche parole ma accolte con riconoscenza da migliaia di persone. Raggiungere la fama mondiale porta, oggi più che mai, gli artisti a dialogare con i fan. «Quello che dico arriva dal cuore e spero sempre che faccia bene a chi mi ascolta», aggiunge Šulić. Si potrebbe ipotizzare che la libreria di un musicista possa in realtà essere dedicata agli spartiti. «Assolutamente no. Non mi piace leggere la musica, suono tutto a memoria. Un solista non deve mai presentarsi al pubblico con uno spartito». Il 2021 sarà un anno speciale per i 2Cellos, che taglieranno il traguardo di dieci anni di carriera, ma per il momento Luka continua a fare il papà, ascoltando musica classica con i suoi bambini, prima di scatenarsi, per l’ora dell’aperitivo, con una compilation che spazia dalla musica balcanica al rock, per una vera e propria festa in famiglia. —
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