L’Odissea è in rima per i più piccoli

Il poema omerico nella riduzione di Ugo Vicic con le illustrazioni di Agostino Traini

Scoprire la forza di Polifemo, il “mostro Bruno”, la furbizia di Ulisse, “l’astuto marinaio”, gli incantesimi di Circe “maga e dea”, cogliere la delusione di Calipso “ninfa riccioluta e innamorata”, il fascino dell’incantevole Nausicaa, “fanciulla più bianca di una candida betulla”. In altre parole, affacciarsi sull’eterno richiamo dell’Odissea, scorrendo le gradevoli rime di Ugo Vicic e immergendosi nei bei colori delle illustrazioni di Agostino Traini.

È uscito in questi giorni “Odissea in rima”, libro destinato a quelli che lo stesso Vicic chiama “bambini che sanno leggere”, (Piemme), sorta di rivisitazione in rima del poema omerico adattata per i più piccoli, scaturita dalla fantasia creativa di Ugo Vicic, versatile artista triestino, capace di passare con disinvoltura dalla costruzione di racconti e romanzi a testi musicali, filastrocche, opere teatrali oppure dedicarsi al palcoscenico, per assumere i panni di attore. «Ho cercato di realizzare rime semplici - spiega l’autore - che fossero quasi una piccola melodia musicale, con l’obiettivo di avvicinare i bambini al mondo di Omero e dell’Odissea in particolare, estrapolando dal poema epico personaggi e situazioni che possono essere recepite dai più piccoli, se presentate con la modalità di un racconto fiabesco, nel quale le illustrazioni di Agostino Traini si inseriscono al meglio, calamitando lo sguardo dei piccoli lettori per la loro efficacia».

Traini, romano, disegna libri per bambini da circa 30 anni, ma disegna e crea anche mobili in legno. I suoi libri sono tradotti in diverse lingue. A narrare le vicende di Ulisse in realtà sono un “bel delfino” e una “immensa balena” che si incontrano, casualmente, nel cuore di una tempesta di mare causata da “un vento furibondo che non par di questo mondo”. Ed è la balena a narrare al delfino alcuni dei passaggi fondamentali dell’Odissea. Ma Vicic riesce, nel contesto delle rime, a far trapelare anche un messaggio di estrema attualità, scrivendo, per distinguerle da quella di Ulisse, di “zattere, zeppe di persone, che vanno in diversa direzione”. Un richiamo al dramma di quanti attraversano il Mediterraneo in cerca di una speranza di vita, che, a fine racconto, quando Ulisse torna finalmente a casa, si trasforma in un auspicio: “i disperati in fuga sopra i mari vivranno forse tempi meno amari”.

Ugo Salvini

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