Lo strano porno rumeno con tutti in mascherina nel traffico di Bucarest

Un po’ come Roberto Rossellini, con “Roma città aperta”, aveva filmato per primo una storia sulle ferite dell’ultima guerra, così il regista rumeno Radu Jude, con “Bad Luck Banging or Loony Porn“, ha girato il primo film d’autore ispirato alla pandemia, con i personaggi tutti in mascherina ripresi la scorsa estate fra il traffico caotico di Bucarest.
Meritato Orso d’oro al recente Festival di Berlino, il film di Jude è allo stesso tempo una sarcastica e originale commedia sociale, e un magnifico documento sperimentale in presa diretta su una metropoli (qui è Bucarest, ma potrebbe essere qualsiasi altra al mondo durante il Covid) decisamente sull’orlo di una crisi di nervi. La vicenda centrale è quella di Emi (la bravissima Katia Pascariu), un’insegnante tradita da una leggerezza, perché un video che la ritrae mentre amoreggia col marito finisce in rete. Lei viene riconosciuta e deve risponderne alla preside e ai genitori degli alunni nel consiglio di classe. Tuttavia, ciò che il film di Jude fa soprattutto emergere è che la “colpa” imputata a Emi è di fatto ben poca cosa rispetto ai pregiudizi, alle ipocrisie, alle prepotenze che caratterizzano oggi i rapporti fra le persone in casa, nei luoghi di lavoro, in strada, dove la gente litiga per un nonnulla, per il Suv parcheggiato sul marciapiede o per un attraversamento sulle strisce. Non sappiamo ancora se “andrà tutto bene”, o se “ne usciremo migliori”, ma l’attendibile ritratto che Jude fa dell’umanità odierna, pur esagerato da un gelido umorismo, getta una luce di profondo pessimismo sul nostro mondo colpito dalla pandemia. Ma il film affascina anche per le sue scelte estetiche, per i materiali d’archivio del vecchio regime, come nei precedenti lavori di Jude, o per lo stile alla Antonioni, con la cinepresa che spesso abbandona Emi nella sua odissea per Bucarest, per inquadrare palazzi sopravvissuti all’umanità che li ha costruiti. —
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