“Living library” anche a Trieste. Perché sia i libri che le persone non si giudicano dalla copertina
TRIESTE Non giudicate i libri (e le persone) dalla copertina. Arriva anche a Trieste la “Biblioteca vivente” (Living Library), un metodo nato in Danimarca nel 2000 per aiutare la gente ad affrontare i propri pregiudizi.
Si tratta di una biblioteca in cui i libri da prendere in prestito sono delle persone, chiamate a raccontare la propria storia. Funziona come una normale biblioteca con un catalogo di libri da cui il potenziale lettore può scegliere e prendere in prestito per un tempo definito (circa trenta minuti). La “lettura” è quindi una conversazione durante la quale il lettore fa delle domande al “libro vivente”, che pian piano svela la propria storia. È il lettore a indirizzare il racconto in base alle domande che pone.
Nata grazie all’associazione danese Stop alla violenza e ripresa dal Consiglio d’Europa all’interno della campagna contro le discriminazioni “Tutti uguali e tutti diversi”, la Biblioteca vivente è un format utilizzato in modo diverso da vari enti e associazioni europee. I libri sono persone appartenenti a categorie comunemente oggetto di stigma: l’obiettivo è che attraverso il contatto personale le persone possano confrontarsi e riflettere sui propri preconcetti.
L’iniziativa, che si terrà a Trieste mercoledì 13 dicembre alle 16, nell’Edificio H3 della sede centrale dell’Università di piazzale Europa, rientra nel più ampio progetto “Spostamenti” finanziato dalla Regione nell’ambito dei progetti culturali, di cui Arci Trieste è capofila e l’associazione Calì partner. Collabora all’organizzazione anche l’associazione Arccs Arci Casa dello studente.
Il tema di questa Biblioteca vivente è il viaggio, perciò i “libri” saranno tutte persone che hanno in qualche modo a che vedere con questo tema e possono condividere la propria storia. Per maggiori informazioni: inviare un mail all’indirizzo di posta elettronica spostamenti@gmail.com o consultare su Facebook le pagine di Arci Trieste o Calì.
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