Ligabue in concerto nei teatri di Trieste e Udine: il 25 novembre sarà al Rossetti

Il 23 novembre sarà al Teatro Nuovo Giovanni da Udine, il 25 al Rossetti di Trieste 

Elisa Russo
Luciano Ligabue in concerto durante il suo ''Dedicato a Noi Indoor Tour 2023''
Luciano Ligabue in concerto durante il suo ''Dedicato a Noi Indoor Tour 2023''

TRIESTE È arrivato nel giorno del suo sessantaquattresimo compleanno, il 13 marzo, l’annuncio del nuovo tour “In Teatro Dedicato a Noi” di Luciano Ligabue che si terrà nei teatri più belli d’Italia per ripercorrere insieme il passato, il presente e il futuro dei suoi “sogni di rock’n’roll”.

Trentuno concerti con un’unica data per ogni città coinvolta, senza repliche. Gli appuntamenti in Friuli Venezia Giulia sono due: il 23 novembre al Nuovo Giovanni da Udine e il 25 novembre al Politeama Rossetti di Trieste, con inizio alle 21.

“Ligabue In Teatro - Dedicato a Noi” chiuderà il capitolo live di “Dedicato a Noi” che ha visto Liga esibirsi in club, stadi, palasport. Sul palco insieme al cantante e chitarrista emiliano: Federico Poggipollini, che da 30 anni lo accompagna alla chitarra, Davide Pezzin al basso, Luciano Luisi alle tastiere e il primogenito Lenny Ligabue che ha suonato la batteria anche in studio. I biglietti saranno in prevendita dalle 12 di sabato su Ticketone e nelle rivendite abituali, gli iscritti al fan club Bar Mario li possono acquistare già dalle 12 di oggi; esclusiva per gli iscritti anche la possibilità di partecipare alla data zero del primo ottobre al Teatro Asioli di Correggio.

Ligabue manca dal capoluogo giuliano dal tour “Made in Italy – Palasport 2017”, mentre allo Stadio Rocco si era esibito nel 2014 (anno in cui aveva suonato anche a Latisana) e in precedenza aveva già fatto tappa al Rossetti (due sold out nel 2006).

Da ricordare anche il live a Cividale nel 2012 o, andando più indietro nel tempo, allo stadio del Friuli. L’ultimo avvistamento in regione però risale a maggio ed è legato a una gita di piacere tra il Collio e il Carso goriziano: il Liga aveva accompagnato alcuni amici che desideravano ripercorrere i luoghi giovanili della naja (lui, invece, ha svolto il servizio militare a Belluno e lo ricorda come “l’anno più brutto della mia vita”, non per la città ma per l’esperienza “inutile e crudele”).

Dopo una chiusura del 2023 con grandi soddisfazioni del tour concluso il 28 dicembre a Zurigo, il 2024 di Luciano è cominciato, come racconta ironicamente lui stesso pubblicando una foto che lo vede infortunato: «Con il piede giusto! Per quasi un anno mi sono trascinato un problema al tendine d’Achille destro e finalmente ho deciso di farmi operare. Ora il problema dovrebbe essere risolto, l’unico inconveniente è qualche settimana di stampelle. Ci vediamo comunque presto».

iente da temere sul recupero del rocker d’acciaio che una decina d’anni fa non si era fatto fermare dalla microfrattura alla spalla dopo una rovinosa caduta dal palco dell’Arena di Verona.

Tutto il tempo, dunque, di affinare la scaletta live, che oltre a includere i classici del suo repertorio, pescherà da “Dedicato a noi” (Warner Music Italy) uscito a settembre, quattordicesimo album di inediti e venticinquesima uscita discografica della carriera. Come per tutti i suoi dischi ha firmato testi e musiche dell’album prodotto assieme a Fabrizio Barbacci, coprodotto da Niccolò Bossini, con la produzione esecutiva di Claudio Maioli per Zoo Aperto. Oltre ai due singoli che l’hanno anticipato “Riderai” e “Una canzone senza tempo”, contiene “Così come sei”, brano che aveva lanciato ai concerti allo Stadio San Siro e Olimpico.

Novità di questi giorni è anche l’annuncio di Maioli, suo manager storico, di ritirarsi: «Siamo partiti insieme da Correggio quasi quarant’anni fa – ha commentato Ligabue – quando la distanza con la Milano discografica era davvero siderale. Nel tempo abbiamo visto realizzarsi sogni inimmaginabili, smisurati, molto oltre quelli che avevamo azzardato fare.

Da subito, però, ci siamo detti che il nostro nuovo “mestiere” lo avremmo dovuto vivere sempre con passione, gioco e divertimento. Ora capisco che per Maioli, dopo essersi sempre dovuto occupare della parte più pratica (e oltretutto nel bel mezzo di così forti cambiamenti sociali e musicali), quella passione, quel gioco e quel divertimento non possano essere quelli di sempre». —

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