Lea Padovani Desdemona “tagliata” nell’Otello di Welles

ROMA. Era in Italia la versione più lunga, antica e bella dell’Otello di Orson Welles che sarà presentata in pre-apertura al Festival di Venezia, la sera dell’1 settembre. La scoperta è di Alberto Anile, uno dei massimi esperti di Welles, che ha rintracciato una copia trovando scene altrimenti inedite e ricostruendone la storia. «Si ricorda sempre che 'Otello’ fu presentato a Cannes nel '52 - spiega Anile - ma avrebbe già dovuto andare proprio a Venezia l'anno prima, dove fu ritirato all'ultimo momento per problemi tecnici. La prima mondiale ebbe luogo poco dopo, il 29 novembre del '51, al cinema Barberini di Roma, col doppiaggio in italiano. Dopodiché se ne dimenticarono tutti; una copia giaceva per fortuna negli archivi della Cineteca Nazionale».
I pochi studiosi che avevano sentito parlare di questa edizione di 'Otello’ pensavano si trattasse di una brutta copia rispetto a quella presentata a Cannes. «Al contrario - dice sempre Anile - l’Otello italiano di Welles è una versione magnifica, rifinita in ogni suo particolare, in alcuni punti anche più bella delle successive, le uniche finora note».
Le differenze maggiori riguardano il prologo veneziano, più ampio e lineare. «Welles pensava forse che al pubblico italiano avrebbe fatto piacere vedere un po’L’ più di campielli e di Cà d'Oro; nelle edizioni successive scorciò quelle scene sempre di più, rendendole però fin troppo ellittiche». Riemergono fra l'altro nuove inquadrature con Hilton Edwards e Fay Compton, interpreti di Brabanzio ed Emilia. «Alcune scene sono più lunghe - continua Anile - altre sono proprio nuove: in tutto, questa versione ha circa tre minuti in più. In un'inquadratura poi tagliata si riconosce anche Lea Padovani, la prima delle Desdemone del film, con la quale Welles aveva avuto una tempestosa relazione».
Il fatto che questa versione non abbia le voci originali (Otello e Desdemona sono doppiati da Gino Cervi e Rina Morelli) ha probabilmente contribuito a sottovalutarla. «Invece Welles, che conosceva ormai bene la nostra lingua, ne curò personalmente la preparazione e pagò di tasca propria i collaboratori che si occuparono dell'adattamento dei dialoghi». Perché allora se ne erano perse le tracce? «Perché la casa di produzione Scalera che fu la prima a finanziare il film e lo distribuì poi in Italia, era moribonda. 'Otello’ rimase in prima visione per una settimana, venne stroncato dalla critica italiana, allora in larga parte anti-wellesiana, e finì infine travolto dal fallimento della Scalera». Ora una rara copia di questa edizione, restaurata per l'occasione dalla Cineteca Nazionale, sbarca finalmente al Lido di Venezia (insieme a una ricostruzione del 'Mercante di Venezia’ restaurata da Cinemazero e del FilmMuseum di Monaco di Baviera), a raccogliere gli applausi che aspetta da 64 anni.
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