Le schiavitù dell’oggi tra telefoni cellulari e nuovi muri

Dal 19 al 22 maggio attesi a Gorizia quasi 300 ospiti con Vattimo, Pahor, Romano, Ovadia, Pennacchi
Il "Mercato degli schiavi" di Jean Lèon Gerome
Il "Mercato degli schiavi" di Jean Lèon Gerome

GORIZIA Che intendesse dedicarsi agli "Schiavi" era cosa nota. Ma i titoli, forse, nel caso di èStoria, costituiscono unicamente il nocciolo di un discorso che si amplia a dismisura, il pretesto per interminabili viaggi che dal passato più remoto giungono ai giorni nostri. Anche i nomi di qualche illustre ospite della manifestazione goriziana già erano stati diffusi come nei casi, ad esempio, di Emanuele Severino e Claudio Magris, a cui andrà il Premio FriulAdria 2016. Solo ieri, però, negli spazi della Fondazione Carigo, dal suo ideatore Adriano Ossola e da altri (dal sindaco di Gorizia Ettore Romoli al presidente della Fondazione, Gianluigi Chiozza, all'assessore regionale Loredana Panariti), il fitto programma del dodicesimo Festival è stato svelato per intero.

I numeri Al solito, sono imponenti i suoi numeri. Da giovedì 19 a domenica 22 maggio, a Gorizia arriveranno 250-300 ospiti internazionali e stranieri impegnati in circa 300 appuntamenti, tra convegni, presentazioni, dialoghi, mostre, proiezioni di film, laboratori e altre iniziative a coinvolgere una decina e più di location del capoluogo isontino. Al centro, secondo una tradizione consolidata (e fortunata), ci saranno i Giardini pubblici, vero cuore pulsante della manifestazione, con, allestite ad hoc, le tende Erodoto, Apih e la tenda Giovani.

Gli ospiti Giovedì 19 potremo già assistere ad alcuni appuntamenti del festival tra cui quelli con Quirino Principe e con Moni Ovadia al quale è affidata, alle 20.45, all'Auditorium, la serata d'apertura in un evento dal titolo "Madre dignità". Con la mattina del giorno seguente si entrerà nel vivo della kermesse, la cui inaugurazione è in programma nella stessa giornata, alle 18.30, nella tenda Erodoto: dopo gli immancabili discorsi di rito, Piergiorgio Odifreddi converserà con Giuseppe O. Longo in un incontro dal titolo "Schiavi dei numeri".

Ma a èStoria 2016 ci saranno pure Boris Pahor (con Tatjana Rojc), Pacem Kawonga, Amani El Nasif e Shady Hamadi che porteranno al pubblico le loro esperienze di vita, di lotta, di privazione, di riscatto. E Gianni Vattimo, in dialogo con Armando Torno, partendo dal pensiero di Karl Marx, disquisirà se modernità e progresso hanno celato sotto una forma di libertà fittizia la classe lavoratrice. Antonio Pennacchi parlerà del suo "Canale Mussolini. Parte seconda" in una conversazione con Roberto Covaz, che, in un altro appuntamento, intervisterà Oleg Mandic, l'ultimo prigioniero a uscir vivo da Auschwitz. Sergio Romano (con Gennaro Sangiuliano, Geoffrey Swain, Gianluca Barneschi) sarà il protagonista di un incontro su "L'Europa orientale e la lotta per la libertà". Drago Jan›ar parlerà della sua ultima fatica: "Stanotte l'ho vista". Potremo poi conoscere il "Basaglia nero" Grégoire Ahongbonon che, in più Paesi africani, ha liberato decine di migliaia di malati psichici incatenati, umiliati. Il teologo Vito Mancuso proverà a rispondere a un arduo quesito: la religione è una forma di schiavitù? Paolo Flores d'Arcais, con Andrea Bellavite, parlerà de "Il dominio del Sacro".

Tanti nomi Un programma così denso quale quello di èStoria 2016, tuttavia, non può raccontarsi in dettaglio come meriterebbe. Passi, quindi, l'elenco: tra i tantissimi, avremo Alice Bellagamba, Ciril Zlobec, Pierluigi Di Piazza, Marino Niola, Farian Sabahi, Massimo Teodori, Mimmo Franzinelli, Sybil von der Schulenburg, Franco Rotelli, Jean Paul Bled, Massimiano Bucchi, Mirella Serri, Massimo Cirri, Virgilio Ilari, Mario Isnenghi, Alessandro Barbero, Michel Fuzellier, Massimo Livi Bacci, Ferdinando Sanfelice di Monteforte, Gerhard Hirschfeld, Marina Silvestri, Enzo Ciconte, Diego Carpenedo, Marta Verginella, Jože Pirjevec, Andrea Giardina, David Abulafia (con Jeff Fynn-Paul e Salvatore Bono, Pietro Spirito), Giampaolo Cadalanu (con Marco Pacini).

Magris conquista il Premio Friuladria 2016
Claudio Magris

Premio Friuladria Tra gli ospiti della kermesse, anche Emanuele Severino e Claudio Magris, vincitore, con "Non luogo a procedere", edito da Garzanti, del Premio FriulAdria 2016 Il romanzo della storia (in una collaborazione con Pordenonelegge e Premio Luchetta) che, nell'edizione scorsa era stato assegnato a Roberto Saviano, e, ancor più in là nel tempo, a Max Hastings, Ian Kershaw, Corrado Augias, Daniel Goldhagen, Edward Luttwak e Luciano Canfora. Magris riceverà il premio alle 18 di sabato 21 nella tenda Erodoto; intervistato da Alessandro Mezzena Lona, parlerà de "Il romanzo e la storia".

Schiavi Emanuele Severino, invece, alle 16.30 di domenica 22 nella tenda Erodoto, rifletterà sull'etica dei rapporti umani proprio in relazione al fenomeno della schiavitù. Saranno, infatti, gli "Schiavi", tema del Festival, al centro di molti appuntamenti. Così, avremo Yvan Sagnet che, alle 18.30 sempre di domenica 22, sempre nella tenda Erodoto, in un incontro con Fabio Ciconte che concluderà la manifestazione, porterà la sua testimonianza di lotta al caporalato; a coordinarlo è stato invitato Stefano Mensurati.

“Schiavi” a èStoria: «Ma non ho pensato ai profughi di Gorizia»
Bumbaca Gorizia 20.05.2011 èStoria 025 Collegamento Radio - Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Avremo Kevin Bales (già nominato al Premio Pulitzer e vincitore del Premio Viareggio), massimo studioso della schiavitù contemporanea: si confronterà con Andrea Zannini. E avremo Seymour Drescher, autore di numerosi testi sulla schiavitù e la sua abolizione, che sarà protagonista di un appuntamento dal titolo "Un caso di eterno ritorno?" con Luciano Canfora ed Antonio Gnoli. Molti altri, però, di quanti già citati affronteranno il tema scelto per la dodicesima edizione di èStoria: un tema da Adriano Ossola ieri definito «ruvido, aspro, scomodo, spinoso, eterno ed attuale». Eterno ed attuale in quanto, ancor oggi, si contano quasi 36 milioni di schiavi. Per non parlare delle schiavitù dalla droga, dall'alcol, dal telefono cellulare, dal gioco d'azzardo. Quest'ultima sarà affrontata in un incontro con Nadia Toffa e Pier Aldo Rovatti.

Altre sezioni Proiezioni cinematografiche (Spartacus, Malcolm X, Iqbal e altre ancora), introdotte da Paolo Lughi e Massimo Scarabellini, indagheranno la schiavitù vista al cinema. E sarà anche proiettato "Isonzofront - La mia storia", docu-fiction Rai che racconta gli anni del primo conflitto mondiale sul fronte dell'Isonzo attraverso testimonianze di soldati italiani, austroungarici e "semplici" civili. Non solo schiavi, tuttavia, nella kermesse. Dedicata al centenario della Grande guerra, proseguirà la sezione "Trincee" inaugurata nel 2014 e che andrà avanti fino al 2019. E, come al solito, ci sarà la sezione "La storia in testa" dedicata a novità editoriali di storia e attualità nonché a ricordare anniversari come, in questo caso, il centenario della morte di Franz Josef, della battaglia di Verdun ma, soprattutto, della presa di Gorizia. Né verranno trascurati i primi cinquant'anni dell'Istituto per gli Incontri Culturali Mitteleuropei al quale verrà dedicata una mostra che aprirà giovedì 12 maggio a Palazzo Attems Petzenstein. E sarà riproposta, ampliandola, l'esperienza di una sezione di èStoria dedicata ai giovani. Come saranno riproposte le trasferte sull'èStoriabus.

Collaborazioni Un siffatto, imponente programma non poteva non richiedere alcune fondamentali collaborazioni come quelle con gli atenei di Trieste, di Udine e con altre realtà (dall'Ersa, al Comune, dalla Provincia di Gorizia a tante altre). Tutto, anche qui, non si può nemmeno elencare. Ma basti affermare che, nella presentazione di ieri, è parsa chiara la volontà di più realtà istituzionali di far quadrato attorno a un'iniziativa che, con una certa enfasi, si può affermare farà (ancora una volta?) di Gorizia una capitale della storia e della memoria.

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