“Le Metamorfosi” in latino per i ragazzi della Corsi
Reciteranno anche in greco. E in latino. E pure in metrica. E, ultima novità, al teatro romano (che riapre così agli spettacoli). Gli attori protagonisti di questo piccolo “miracolo” (persino burocratico) sono 75 ragazzi delle classi 2B, 2D e 3F della scuola media Guido Corsi impegnati nella riproposizione e interpretazione de “Le Metamorfosi” di Publio Ovidio Nasone.
Un’occasione eccezionale per appropriarsi di un luogo estremamente significativo del passato della città e per dargli nuova vita», riflette Elisabetta Gustini, anima del progetto pedagogico. «Ed è anche un modo per esercitare quella cittadinanza attiva che la scuola intende promuovere attraverso una serie di sinergie con le diverse istituzioni del territorio». Quindi è stato complicato far riaprire il teatro romano? «Beh, di problemi ne abbiamo avuti, ma la Sovrintendenza ai Beni archeologici del Friuli Venezia Giulia ci ha spalancato le porte: disponibilità totale».
E così, questo pomeriggio - dalle 17 - risuoneranno antichi versi. E mica solo versi: l’evento, infatti, prevede un’alternanza nella recitazione di testi e musiche originali scritte e interpretate dal vivo (e qui ricordiamo la supervisione delle professoresse Chiandoni, Donat, Gerin e della stessa Gustini, mentre la parte musicale è stata “appaltata” a Davide Tomasetig e Orsola Banelli; scenografie di Maria De Caro).
«C’è stata tutta una ricerca sulle sonorità dell’antica Grecia, spiega la professoressa Gustini, e la cosa sorprendente è che i ragazzi non hanno trovato queste melodie, scritte per l’occasione, “antiche”. Anzi: l’approccio a questi ritmi, così balcanici, così orientali, è stato del tutto disinvolto». Sentiremo. Ma gli studenti che pensano di Ovidio? «La trama è piaciuta». I ragazzi hanno avuto modo di confrontarsi, assieme a Fetonte, Orfeo, Narciso e Proserpina, «con quei cambiamenti, quel senso di ribellione e di indipendenza, che caratterizzano il passaggio dall’infanzia all’età adulta. Ed è piaciuta pure l’idea di recitare alcuni versi in latino e greco: questa componente “esotica” li ha affascinati». Latino, greco, Ovidio, non sono proprio argomenti da scuola media... «No, non sono infatti nel programma, per questo il contatto con i classici deve avvenire attraverso un mezzo facile. E il teatro lo è».
Ultima nota di questo pomeriggio, l’intervento lirico di Sibilla Serafini che interpreterà l’aria “Che farò senza Euridice” di Gluck. Ma dopo aver presentato a marzo “Hypatia” (spettacolo allestito dalle classi III B e III E con il Centro di fisica internazionale) e ora “Le Metamorfosi”, i ragazzi-attori della Corsi mica si fermano qui: appuntamento il 27 maggio, in piazza Sant’Antonio, per rivivere i fasti della ricca borghesia triestina a cavallo tra ’700 e ’800.
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