Le formiche di Vettori ci insegnano ad affrontare la Fase 2

L’artista trentino ha realizzato numerse illustrazioni durante il lockdown, raccolte in un libro i cui ricavati verranno devoluti alla Croce Rossa Italiana

La vita durante il covid, i momenti più significativi, la quotidianità tra le mura domestiche, nulla è sfuggito a Fabio Vettori, che ha raccontato questi mesi attraverso le sue famose formiche. Quasi cinquant’anni di storie. «Le formiche – racconta Vettori – sono nate nel 1972 sui banchi di scuola, poi nell’82 ho fatto la prima mostra e poco dopo ho iniziato la mia attività commerciale». Il disegno l’ha portato a immortalare ogni cosa. «Come tutti, anch’io mi sono trovato bloccato a casa. Da una parte è stato un piacere, perché avevo alcuni disegni da fare. Inoltre in tanti si sono messi a fare puzzle. Eravamo sbalorditi dagli ordini ricevuti. Per fortuna eravamo già pronti alla vendita online, della quale si occupa mio figlio Alessandro». Formiche ovunque, richieste da tutti. «Mi sono sentito in dovere di ringraziare chi ha lavorato in questi mesi. È nata così una serie di disegni per i medici e le forze dell’ordine». E se con il covid bisogna prendere alcune precauzioni, anche le formiche si sono adeguate e sono loro a dirci come dobbiamo comportarci. «Un medico che conosco mi ha chiesto di fare un disegno per spiegare come funzionano le mascherine. Da lì è nata l’idea di fare le mascherine delle formiche e poi un disegno con le regole che dobbiamo seguire. Le abbiamo tradotte in varie lingue e dialetti». A tradurle in triestino è stato Giorgio Godina della XXX Ottobre. Vettori è legato alla nostra città grazie a Spiro Dalla Porta Xydias. «L’ho conosciuto perché faccio parte del Gruppo Italiano Scrittori di Montagna. È stato lui a volere una mia mostra a Trieste, una bellissima città. Sono contento di averlo incontrato, di essere stato a casa sua». Assieme, nel 2015, hanno fatto il libro “C’è un ponte tra Trento e Trieste?”, dove Spiro Dalla Porta ripercorre la sua vita di regista teatrale e alpinista. Il tutto illustrato dalle formiche di Vettori. E sono sempre le formiche a raccontare in un altro libro la vita ai tempi del Covid. «Tutti i disegni – una novantina – che ho fatto nella fase 1, li ho messi all’asta. Sono andati a ruba. Poi sono stati raccolti in un libro diviso in quattro capitoli: uno è dedicato al ringraziamento alle persone, uno ai territori fra cui la Lombardia, un altro ai momenti forti che abbiamo vissuto, come quello del Papa, l’ultimo alla vita che va avanti, all’aspetto più scherzoso di questo tragico momento: abbiamo fatto ginnastica a casa, l’abbiamo pulita, abbiamo cantato sui balconi. Il libro è un diario di quei giorni». Dal ricavato della vendita dei disegni verrà aggiunto quello dei libri – disponibili sul sito dell’artista – che verrà poi devoluto alla Croce Rossa Italiana. L’augurio delle formiche? «Che i buoni propositi che abbiamo fatto possano servire a migliorare un po’ la società. Tutto è cambiato, speravamo che cambiasse in positivo, invece non è andata così. Ma dobbiamo essere ottimisti e cercare di fare del nostro meglio. Penso all’aria pulita che respiravo giorni fa a Trento. Dovremmo farne tesoro». —

N.P.



Riproduzione riservata © Il Piccolo