L’arte di Metlicovitz per grandi e piccoli. Al Museo Revoltella si impara giocando

TRIESTE Un padre del cartellonismo italiano da studiare attraverso mostre, visite guidate e soprattutto laboratori per bambini ideati in chiave “non convenzionale”.
L’arte di Leopoldo Metlicovitz - pittore, scenografo e pubblicitario triestino vissuto a cavallo tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento - rivive non solo nelle due esposizioni promosse dal Comune di Trieste nelle sedi del Museo Revoltella e del Museo Teatrale (sala Selva) - in collaborazione con Ministero Beni e Attività Culturali, Polo Museale del Veneto e Museo Nazionale Collezione Salce di Treviso, con il contributo di Regione, curata dal giornalista e scrittore Roberto Curci, grande esperto di cartellonismo, e diretta da Laura Carlini Fanfogna, al vertice del Servizio Musei e Biblioteche, e da Marta Mazza, direttrice Museo Salce - ma pure in altre iniziative collaterali dedicate al pubblico adulto e a quello giovanissimo, un percorso che aprirà i cancelli mercoledì 6 febbraio e proseguirà sino al 13 marzo, sempre nelle giornate di mercoledì, dalle 16.30 alle 18, al Revoltella.
Una storia, due percorsi diversificati e indipendenti, come visite guidate e laboratori, entrambi rivolti alla conoscenza delle tecniche, opere e stile di Leopoldo Metlicovitz, una delle icone della cartellonistica italiana moderna, i cui dettami creativi saranno al centro soprattutto dei laboratori dedicati ai bimbi dai 6 ai 10 anni. Gli appuntamenti per i più giovani sono stati ideati nel segno del vero coinvolgimento attraverso un metodo, precisano gli organizzatori, all’insegna dell’apprendimento “non convenzionale che coinvolge la sfera razionale, ma anche quella emotiva e sensoriale attraverso l’uso del corpo e del movimento”.
In parole povere, il bimbo qui gioca, apprendendo e creando, cercando prima di conoscere le basi dell’espressione dei quadri di Metlicovitz, percependo forme, colori e struttura, e puntando poi a una vera realizzazione sul tema, spostando la sede della sperimentazione nella sala del laboratorio didattico, sito al quinto piano della Galleria Moderna. Il motto dell’iniziativa? Qui viene adottato un proverbio cinese divenuto una frase culto dello scrittore e giornalista Gianni Rodari, solito affermare «Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco».
Il laboratorio per bimbi e le collaterali visite guidate per adulti alla mostra sono a cura del conservatore Susanna Gregorat e di Giuliana Fisicaro, specialista in danza educativa. Per ulteriori informazioni, i costi e le prenotazioni (massimo otto partecipanti ai laboratori): tel. 040-6754350, revoltella@comune.trieste.it. —
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