L’arte dello spillare la birra: trenta “campioni” in gara

Sabato al Bounty di via Pondares appuntamento da non perdere con “Io Spillo”, il torneo organizzato dalla Heineken
Boccali di birra
Boccali di birra

La tecnica, la destrezza, la passione, la pazienza e la misura. Elementi indispensabili nelle sfumature di ogni arte ma fondamentali anche per servire una birra, renderla consona al piacere, alla struttura dei suoi ingredienti. La pensano così gli organizzatori di "Io Spillo", torneo di spillatura di birra organizzato dalla sigla Haineken e messo in scena dal Bounty Pub di via Pondares 6 sabato 22 novembre, dalle 16 alle 18, evento che porterà in lizza una trentina di partecipanti, tra cui anche alcune donne, tra l'altro molto giovani, per una media anagrafica che spazia tra i 22 e i 26 anni. Nessuna goliardia, anzi, solo rispetto assoluto per la tradizione che accompagna una bevanda il cui mito assicura longevità e una certa " tenuta" (già, avere birra in corpo)

La tappa di "Io Spillo" gioca su molte tracce ma punta essenzialmente al recupero del giusto approccio alla degustazione dell'alcool, respiro culturale che solitamente interessa maggiormente i cultori del vino: «Infatti il consumo della birra in Italia continua a crescere ma senza avere a riguardo una giusta cultura - ha sottolineato Stefano Sartor, sommelier e organizzatore della tappa al Bounty Pub -. Della birra conosciamo magari gli ingredienti, magari la produzione, ma non sempre conosciamo una fase fondamentale, la spillatura, la parte più importante per la degustazione e la piena valorizzazione del prodotto. Anche per questo - ha aggiunto - abbiamo selezionato una trentina di giovani, proprio per divulgare un tratto non molto diffuso ma essenziale».

L'appuntamento del 22 novembre al Bounty, luogo tra l'altro "sacro" per la parente stretta dell'antica cervogia, dovrebbe chiarire questi punti, allestendo una giornata distribuita tra lezione e torneo. La prima parte della giornata vedrà infatti in cattedra alcuni esperti del ramo, chiamati a istruire i partecipanti sui dettami che corredano l'arte della spillatura birraia. Poi la contesa. I trenta aspiranti mastri spillatori verranno suddivisi in gruppi per la selezione, sino alla batteria finale riservata a cinque eletti. I parametri? Sono vari e tutti importanti per la riuscita del gesto che accarezza il boccale o il bicchiere. Si parte dalla debita pulitura del contenitore, si accede poi altre chiavi come l'apertura della spina (fase da non sottovalutare, vedi lo scoppio della schiuma) si passa poi alla "rotazione", alla mescita, la chiusura della spina, la spatolata e alla gestualità adottata per il posizionamento del sottobicchiere. Anche in questo campo esistono le categorie e al Bounty si giocherà con la spillatura della tradizione Belga/Olandese, dove il bicchiere giostra a 45° gradi attendendo a sua volta una atipica uscita della birra. «Quella che esce inizialmente non va mai messa nel bicchiere - specifica Stefano Sartor - in quanto stagnante nel beccuccio e quindi ossidata. E il beccuccio stesso non deve mai entrare nel bicchiere, pena il cambiamento del prodotto a livello degustativo». Dettagli vitali quindi, ma che renderanno ancor più intensa della manifestazione, una delle rare allestire in tal senso in tutta la provincia. I premi? Ci sono ma il maggiore è forse il clima che sulla carta dovrebbe sgorgare al Bounty, tra cultura, competizione e immancabile festa finale. Con birre spillate ad arte.

Francesco Cardella

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