L’«Arancia meccanica» con musica di Morgan scuote il palcoscenico

Da oggi a sabato al Rossetti la piéce di Anthony Burgess Il giudice di X Factor: «Creatività a favore della non-violenza»
Di Laura Strano

TRIESTE. Debutta stasera alle 20.30 al Politeama Rossetti, “Arancia Meccanica”, testo di Anthony Burgess e regia di Gabriele Russo: un titolo di grande forza, che approda al teatro e diviene un appuntamento ricco d’induzioni attuali.

Quando arrivò sul grande schermo nel 1971, diretto da un visionario Stanley Kubrik “Arancia Meccanica” (A Clockwork Orange) divenne immediatamente un caso: creò sconcerto per la violenza e l’esasperazione dei temi e in Italia, fino al 2007 rimase un film vietato ai minori di 18 anni… Oggi del film ci inquieta soprattutto la forza presaga. Ancor più colpisce l’intuizione di Burgess che già nel 1962 aveva pubblicato il romanzo distopico omonimo da cui è tratta la sceneggiatura, nonché creato per il teatro una versione drammaturgica con musiche.

Scrittore, critico letterario, librettista, poeta, compositore, giornalista, saggista, traduttore, studioso, educatore, Burgess racconta, usando toni accesi e uno stile fantascientifico, sociologico e politico un futuro dominato da un’esacerbata violenza giovanile e da una sempre maggiore inclinazione al condizionamento del pensiero.

«A distanza di 51 anni dalla prima pubblicazione del romanzo – riflette il regista Russo – ci si rende conto di quanto l’autore avesse saputo guardare anche oltre il suo tempo, presagendo, attraverso la storia di Alex e dei suoi amici Drughi, una società sempre più incline al controllo delle coscienze e all'indottrinamento di un "pensiero unico". Se negli anni ’60 quei temi stavano appena cominciando a diventare materia di argomento e riflessione oggi siamo tutti molto più consapevoli del tentativo di controllo delle coscienze a cui noi tutti siamo sottoposti. L'opera ha favorito delle domande: la libertà di scelta è davvero così importante? E a questo proposito, l'uomo è davvero capace di scegliere? E ancora: la parola libertà significa qualcosa di preciso? Ed in particolare, è meglio essere malvagi per propria scelta o essere retti ed onesti grazie a un lavaggio scientifico del cervello?».

Lo spettacolo èconcepito come un incubo di Alex, il capo dei Drughi: la scena come una scatola nera contiene e dissolve le sue visioni e i suoi ricordi che soprattutto nella prima parte si alternernano a canzoni e musiche scritte da Morgan. Un musicista “fuori dagli schemi” che il regista ha cercato in qualche modo “somigliante” ad Arancia Meccanica. «L’idea che tutto avvenga attraverso la testa di Alex – commenta Morgan – per me è stato fondamentale ai fini della realizzazione dei brani: le mie musiche iniziano riferendosi all'originale, per poi man mano deformarsi: trascendono e degenerano proprio perché stanno nella testa di Alex; quello che Alex ascolta non è Beethoven, è la sua idea deformata di Beethoven, è il suo delirio di Beethoven. È questa deformazione musicale che mi ha interessato. Credo che tutto ciò che è nella mente, nel “planetario”, di Alex sia giusto, è il modo di metterlo in pratica, attraverso la violenza, che è sbagliato. Paradossalmente il canale della creatività, che si attua mettendo in scena un'opera come questa, è la strada giusta per trasmettere alla società di oggi un messaggio di non-violenza».

“Arancia Meccanica” è interpretato da Alfredo Angelici, Martina Galletta, Sebastiano Gavasso, Giulio Federico Janni, Alessio Piazza, Daniele Russo, Paola Sambo. Lo spettacolo è una produzione del Teatro Bellini - Teatro Stabile di Napoli. Repliche fino a sabato alle 20.30; domenica 16 novembre alle 16. Info: tel. 040-3593511. www.ilrossetti.it

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