L’amore raccontato in tempo di guerra

In scena questa sera nella vecchia stazione di Trieste “Eros e Thanatos”

TRIESTE. Le mitologie greca e latina raccontano che Ares (Marte), dio delle armi, si unì ad Afrodite (Venere), dea dell'amore e moglie di Efesto (Vulcano), generando due figli: Fobos e Deimos, paura e terrore. Una simbologia antica quanto chiara: la guerra ferisce, assieme, l'amore, il lavoro, e l'intera stabilità delle relazioni umane, sovvertendo le regole su cui si è edificato il consorzio civile.

E non stupisce che, oggi, quasi tutti gli storici concordino nel considerare il periodo 1915-1945, come la «nuova guerra dei trent'anni», vedendo negli esiti del primo conflitto mondiale i germi del secondo.

Lo spettacolo “Eros e Thanatos. L’amore al tempo della guerra”, che va in scena questa sera alle 21 nella vecchia stazione di Campo Marzio a Trieste, mette a fuoco il tema dell'amore, prima vittima della guerra: della varietà di passioni che abita la persona, una sola è ammissibile, quando parlano le armi: l'amore per la patria, che assorbe ogni altro sentimento, e talvolta ricomprende surrettiziamente il timor di Dio, diventando ideale assoluto cui va sacrificata qualunque cosa.

Ideato e scritto da Luciano Santin, con la consulenza di Massimo Cettin, in collaborazione con la Casa della Musica, porta in scena Marzia Postognba, Massimiliano Borghesi e Cristina Santin, che cura anche gli arrangiamenti musicali, con interventi del giornalista e scrittore Paolo Rumiz.

Partendo dagli addii all'amore - in realtà degli

arrivederci, inconsapevoli della tragedia incombente - "Eros & Thanatos" ragiona sulle forme del sentimento, che emergono ferite o deformate, tra dolore e fatica.

Predomina l'amore per la mamma (non a caso la propaganda bellica batte su questo tasto) cui vanno il primo pensiero e l'ultima invocazione. Non c'è bisogno di postulare forme di regressione psicologica: davanti agli orrori del fronte i morituri si aggrappano alla speranza di salvarsi chiamando quella che avevano visto aprendo gli occhi, e che li aveva sempre protetti e aiutati.

Ma l'esperienza del fonte è popolata da altri rapporti, tutti conculcati o sottomessi al dovere di servire la madrepatria: quelli con la moglie o la morosa, con i figli.C'è l'amore fraterno, ci sono i forti vincoli amicali, il cameratismo. Gli amori mercenari e le violenze.

Il percorso procede sul filo di brani triestini, italiani, sloveni, tedeschi, britannici, francesi, russi, scanditi da citazioni letterarie, epistolari e diaristiche, sullo sfondo di immagini d'epoca.

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