La Venezia di Roiter si anima in un film tra ponti, gondole e canali al mattino

“Un animale che fotografa”, così amava definirsi il grande fotografo Fulvio Roiter (1926-2016), tale era il suo istinto viscerale a cogliere in un clic “l’attimo fuggente”. Si sentiva “geneticamente programmato per fotografare”, quasi la sua amata Leica fosse – come diceva – “un prolungamento del suo braccio”. La fotografia era per lui vita, arte, passione, ma soprattutto linguaggio. Negli ultimi anni, quando qualcuno gli chiedeva se era ancora in attività, lui rispondeva stizzito: “Certo! Se respiro, fotografo!”.
A questo straordinario fotografo, originario di Meolo, ma veneziano di adozione, domani sera all’Arena Giardini della Biennale di Venezia sarà dedicato uno speciale omaggio in collaborazione con la Fondazione Fulvio Roiter e il Comune di Venezia. Ad introdurre la proiezione del film Città amara (Fat City 1971) di John Huston per la rassegna “Classici fuori Mostra”, sarà proprio un filmato con alcune tra le sue più belle foto di Venezia.
«Negli ultimi tempi – spiega la figlia Jessica, presidente della Fondazione Roiter - quando si parla di Venezia viene fuori solo l’acqua alta e l’invasione turistica. Con questo filmato ho voluto restituire all’immaginario collettivo, attraverso gli scatti di mio padre, tutta la bellezza di questa città».
Ecco allora apparire una Venezia viva e vitale, ritratta in bianco e nero o a colori, con i suoi ponti, le gondole, i canali, la gente: attimi di una bellezza che resta nell’anima, colta nell’aria umida del mattino o sotto la luce del sole. Ecco il Bacino S.Marco con la neve o la Piazza mentre i fuochi d’artificio la illuminano.
Esperto di fotografia in bianco e nero, Roiter usò anche nel colore dei suoi reportage di viaggio una personale tecnica che riusciva ad esaltare luoghi e particolari inediti della scena.
Già apprezzato per aver realizzato numerosi libri fotografici dedicati a vari luoghi del mondo, salì alla ribalta internazionale per gli scatti sulla sua Venezia, da cui nel 1977 trasse il libro “Essere Venezia”.
Fulvio Roiter fu uno dei tre fotografi italiani a cui venne assegnato nel 1956 il premio internazionale per l’editoria fotografica Nadar.
«Mio padre – continua la figlia – è stato un pioniere della fotografia in bianco e nero e poi a colori. Da una sua idea nasce il nuovo formato orizzontale per i libri di fotografia: così “Essere Venezia” è diventato il libro fotografico di un unico autore più venduto al mondo!».
In una delle sue ultime interviste contenuta nel documentario “Ritratti Veneti: Fulvio Roiter”, prodotto per la Regione Veneto, aveva detto raccontando del suo profondo amore per la città lagunare: «La mia carriera mi ha portato in tutto il mondo, anche se il mio cuore rimaneva a Venezia. Il mio rapporto con questa città è durato tutta la vita. Andavo lontano, partivo per fotografare paesi sconosciuti, ma provavo sempre nostalgia per Venezia. Posso dire che partivo proprio per provare nostalgia, per lavarmi gli occhi e poi tornare a fotografare Venezia con spirito sempre nuovo». —
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