La tromba di Mauro Maur celebra Nini Rosso tournée in Giappone nei 25 anni dalla morte
TRIESTE L’Italia ha spesso cattiva memoria. Ne è convinto il trombettista Mauro Maur pensando alla carriera e alla fortuna di Celeste Raffaele Rosso, meglio noto come Nini Rosso, musicista italiano che negli anni ’60 ha conquistato le scene internazionali con brani come “Il silenzio”. Ma lui la memoria la vuole conservare e a 25 anni dalla morte del trombettista che ha venduto 22 milioni di dischi nel mondo ha accettato la proposta di una tournée commemorativa in Giappone, un lungo viaggio che partirà nel mese di settembre e comprende diciotto concerti insieme alla Memorial Nini Rosso Orchestra nelle maggiori sale di Tokyo, Osaka, Yokohama, Sapporo. L’abbinamento esotico può suonare curioso, ma chi conosce la carriera di Nini Rosso sa che il musicista italiano divenne una vera e propria star delle scene nipponiche, dove trovò una seconda patria artistica. La casa discografica Jvc ha commissionato a Maur in questa occasione anche la realizzazione di un cd antologico (e alcuni video) di grandi successi che comprende anche alcuni duetti virtuali tra i due artisti, basati su registrazioni degli anni Settanta.
Prima di approdare in Giappone, l’omaggio a Rosso avrà un’anteprima italiana all’interno di Trieste Estate con il concerto in programma il 19 agosto in piazza Verdi, al quale assisterà anche la famiglia del celebre musicista.
Nato a San Michele Mondovì, Nini Rosso si forma artisticamente nell’orchestra di Cinico Angelini, maestro di riferimento nei programmi Rai e al Festival di Sanremo. Il suo percorso da solista inizia nel 1961 con La ballata della tromba, primo di una serie di successi che lo coinvolgeranno artisticamente in musicarelli, trasmissioni popolarissime come il Cantagiro, colonne sonore di serie televisive.
Tra le sue numerose apparizioni sullo schermo c’è anche la collaborazione a una delle trasmissioni scientifiche di Piero Angela, dedicata al funzionamento dell’apparato uditivo. Nei suoi 45 e 33 giri si dimostra eclettico, passando dai brani d’autore alle personali versioni di canzoni folk, motivi natalizi, repertorio latino, brani iconici come Stelutis alpinis nell’anniversario del compositore friulano Zardini, registrazioni di concerti live in America, Germania, Giappone. Ma il successo più rappresentativo della sua carriera rimane quella sognante versione “in borghese” del Silenzio fuori ordinanza suonato nelle caserme e che nella sua interpretazione comprende anche una parte cantata nella quale il militare augura buonanotte alla fidanzata lontana. Il disco ha venduto milioni di copie nel mondo e ispirato successive versioni, tra le quali Bonsoir mon amour di Dalida.
Per Maur non si tratta di un incontro casuale. Il trombettista triestino ci racconta infatti di un legame molto personale con il musicista al quale renderà omaggio: «Quando per la prima volta all'età di otto anni sentii alla televisione il magnifico suono della tromba di Nini Rosso intonare "Il Silenzio", grande successo di quegli anni, ne rimasi estasiato! Ma certamente non pensavo che questo mi avrebbe cambiato la vita. Nel ricreatorio comunale che frequentavo a Trieste, solo una vecchia tromba era rimasta nella sala di musica della banda di Servola. Divenne una passione a prima vista. Su questo strumento cercavo di suonare le canzoni di Nini Rosso, riascoltandole mille volte sui dischi e senza leggere la musica».
Seguono lo studio al conservatorio e una grande carriera internazionale, collaborazioni con i più grandi direttori d’orchestra e compositori, nomi eccellenti della musica e del cinema, migliaia di concerti in tutto il mondo, dal Festival di Salisburgo alla Scala di Milano e al Musikverein di Vienna, ma la scintilla di tutto questo è nata ascoltando Rosso, che Maur ha avuto anche l’opportunità di conoscere e frequentare, come ci racconta: «Ho incontrato il mio primo idolo nel 1988, grazie alla mediazione di un grande del jazz, Oscar Valdambrini. I consigli preziosi di Nini, la sua semplicità, la sua umanità, sono stati per me un'ulteriore scoperta, perchè quell'uomo metteva nella musica tutta la sua anima, l'amore per la famiglia, la sua meravigliosa gioia di vivere». Le musiche di Nini entrano a far parte del suo repertorio, le suona in diverse occasioni, anche in molte trasmissioni televisive, ma evitando sempre di scegliere la più leggendaria, “Il Silenzio”, che suonerà per la prima volta soltanto per dare l’estremo saluto a Nini, nell’ottobre del 1994 nella Chiesa degli Artisti a Roma. —
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