La Gioconda rapita e ritrovata nell’opera di Zannerini

MONFALCONE. Parigi, 13 dicembre 1913, l’atmosfera è frizzante e internazionale, la ville lumière brulica di giovani e promettenti artisti come Igor Strawinsky, Pablo Picasso, Alfredo Modigliani e il Museo del Louvre accoglie i più grandi capolavori della pittura, soprattutto italiana, eccezion fatta per la famosissima Gioconda di Leonardo, trafugata due anni prima a opera di ignoti e mai più ritrovata. Al Teatro dell’Opéra Italienne sta per andare in scena la prova generale de “Il campanello dello speziale” di Donizetti e il regista parigino impartisce le ultime raccomandazioni agli interpreti italiani, quando improvvisamente irrompono in scena due strilloni di giornali annunciando il ritrovamento della Gioconda a Firenze e la cattura del ladro. Grande l’esultanza nazionalistica degli artisti italiani, che interrompono la prova per festeggiare la bella notizia, ma di breve durata in quanto la polizia francese, giunta in teatro, comunica la fuga del ladro e inizia immediatamente le indagini.
Alla fine, il quadro verrà recuperato e il ladro arrestato, dopo aver confessato di averlo rubato per due motivi : patriottico (volontà di riportare il capolavoro in Italia pensando fosse stato rubato da Napoleone) e sentimentale (la perfetta somiglianza del volto di Monna Lisa con quello della sua fidanzata italiana).
È questa, in sintesi, la trama di “Gioconda rapita e alfin ritrovata”, opera giocosa da camera in un atto con libretto e musica di Severino Zannerini, che debutta - diretta dall’autore - in forma di semi-concerto scenico domani, alle 20.30, al Teatro Comunale di Monfalcone e si replica lunedì 2 dicembre, nello stesso orario, al Teatro Comunale di Gradisca.
Insieme all’Orchestra dell’Opera Giocosa e al Coro de “I Giocosi di Trieste” ne sono interpreti il basso Hektor Leka, i tenori Francesco Paccorini e Luca Dordolo, i soprani Marianna Prizzon e Nadia Gorian, la cantante pop Flavia Quass e l’attore Roberto Ferretti, costumi di Silvia Bartole.
«L’idea di quest’opera – spiega Zannerini – nasce in occasione delle celebrazioni leonardiane in tutta Europa e anche l’Istituto Musicale ‘Vivaldi’ di Monfalcone ha presentato alla Regione un progetto in chiave musicale sulla figura della Gioconda di cui io sono il direttore artistico. Per la stesura del libretto ci ho messo sei mesi lavorando giorno e notte, mentre musicalmente ho impostato tutto nella Parigi del 1913 in cui c’era di tutto, da Strawinsky a Debussy e Ravel, da reminiscenze rossiniane all’opera italiana ottocentesca, da echi wagneriani alla grande novità del Dixieland che arrivava dalla Louisiana. Inoltre il brano affidato al coro è “Mesci, mesci” dal ‘Campanello dello speziale’ di Donizetti, che prima di Verdi era il brindisi più conosciuto».
Una particolarità dell’opera è anche data dal personaggio di ‘Amarilli etrusca’ affidato a una voce popolare femminile che improvvisa in ottava rima come da tradizione toscana. «Per il testo – prosegue il vulcanico e poliedrico musicista toscano – mi sono rifatto alla maniera di rimare appresa da mio nonno e da mio padre e che abbiamo ancora oggi in Toscana, cioè un testo letterario viene preso e rielaborato in maniera popolare, inventando le rime sul momento e le melodie sono sempre in re minore».
In entrambe le serate, la prima parte del programma è dedicata all’esecuzione del ‘Concerto in la magg. KV 488’ di Mozart con la partecipazione del pianista non vedente Luigi Mariani. —
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