La fattoria delle fiabe - Terza Lettera Sottozero

La Fattoria delle fiabe - Terza Lettera Sottozero

TRIESTE Pandemius e Guariscilla, portandomi la colazione stamattina, mi hanno annunciato che siamo già a giugno, che le regioni sono state riaperte e che voi umani potete tornare a viaggiare con moderazione, anche su elicotteri rossi come il mio! Fortunati voi…Però ho letto sul giornale che in un paese molto lontano dal vostro, in cui una volta mi ero fermato a mangiare deliziosi (per quanto grassissimi) hamburger e hot dog, stanno accadendo cose parecchio brutte. Io non ci ho capito granché, non sono molto pratico del vostro mondo, ma ho scoperto che molti umani hanno comportamenti cattivi nei confronti di chi è un pochino diverso da loro. Allora, lasciate che vi racconti di Virlandia, che conosco molto meglio e di alcune mie disavventure.

Dovete sapere che nel Ducato di Coròn, tutti gli abitanti nascono di colori diversi, perché è nostro compito conservare i colori dell’arcobaleno. Se nascessimo tutti verdi – come me – rischieremmo di dimenticare che bel colore è il viola, per esempio. Insomma, a Virlandia se ne vedono di tutti i colori! Tuttavia, ogni piccolo virlandese nasce, di solito, con 18 ventose. Dico di solito, perché capita che qualche virusino nasca invece con un numero di ventose diverso. Indovinate un po’, io sono uno di quelli! In realtà, avere 16 ventose e non 18 non ha nessuna conseguenza a livello di attività che uno può o non può fare. Posso correre, picchiare il mio cuscino quando è scomodo, mangiare un chilo di gelato e farmi venire il mal di pancia. Ma i miei compagni di classe trovavano molto insolito che avessi due ventose in meno.

La prima settimana di scuola, un virusino mi chiese impaurito: - Come mai hai solo 16 ventose? Sei un mostro?? Sei forse un umano? - Magari fossi un umano! Comunque ne ho 16 perché le numero 17 e 18 hanno preferito trasferirsi a Batteristan, dove il clima è più gradevole e c’è un bel mare. Ovviamente il virusino non aveva colto il mio tono scherzoso e non essendo particolarmente sveglio, mi guardò con terrore ed esclamò: - Tu sei un amico degli umani? E dei batteri? Mi fai paura! Allora io, spazientito, decisi di rispondergli così: -

UUUUUUUUUUUUUUUUUUUUAAAAAAAAAAAAAAAAAAA Sì SONO UN MOSTRO CATTIVO, SCAPPA O LE MIE 16 VENTOSE RISUCCHIERANNO TUTTE LE TUE!

Inutile dire che è stata una mossa un po’ sciocca (anche se mi sono divertito molto a guardare il virusino che scappava inciampando sul pavimento del corridoio). Il giorno dopo, infatti, a scuola tutti mi guardavano male, nessuno voleva mangiare con me la merenda e perfino alcuni maestri sembravano trattarmi con freddezza e distacco. Ma il peggio doveva ancora arrivare. Me ne stavo tranquillamente seduto a disegnare elicotteri, quando una virusina si alzò dal suo banco e tremante di rabbia e paura, disse: - Maestra!! Viro, con le sue 16 ventose, mi ha risucchiato i pennarelli e io ora non so come colorare il mio ritratto! - Sì, è vero, l’ho visto aggirarsi vicino al banco di Verruchina! – aggiunse il virus che ieri era corso scappando, con evidente soddisfazione e un ghigno sulle labbra. - Viro, i tuoi compagni stanno dicendo la verità? – chiese la maestra. A quel punto mi alzai, guardai negli occhi la maestra e le dissi: - Solo perché ho 16 ventose non significa che sono un ladro. Vi pregherei di rileggere la Costituzione e la legge di Virlandia prima di lanciare accuse infondate.

I pennarelli di Verruchina sono probabilmente a casa sua, dato che si dimentica sempre tutto, comprese le tabelline che infatti ieri ha copiato da me durante la verifica. Può constatarlo lei stessa, facendole un’interrogazione a sorpresa. La maestra rimase immobile come un batterio dei sassi, poi decise di tornare alla lezione di disegno, prestando a Verruchina i suoi pennarelli. Il giorno dopo si scoprì che lei aveva effettivamente lasciato i pennarelli a casa e mi chiese ufficialmente scusa. La maestra decise di fare un’interrogazione sulle tabelline e diede un’insufficienza a tutti quelli che avevano copiato il compito da me. Certamente non fu facile andare di nuovo d’accordo con i miei compagni. Sicuramente io mi ero fatto giustizia e avevo ragione su tutto, ma purtroppo erano virusini permalosi e se la presero per qualche settimana. Per fortuna, proprio in quel periodo, si unì alla nostra classe un nuovo compagno. Si chiamava Ciccio e aveva 17 ventose.

Diventammo subito migliori amici. Metà classe decise di esserci amica, l’altra metà continuò a essere diffidente. Purtroppo il mondo è così, bambini, le ingiustizie ci sono e ci saranno sempre, ma è proprio per questo che bisogna combatterle. Non abbiate paura di essere diversi, di essere soli e non vendicatevi. Cercate giustizia, ma con amore. La Natura bambini, quando siete nati, non ha guardato il colore della vostra pelle, quali fossero i vostri pensieri, vi ha accolto e basta trattandovi con la gentilezza che ogni essere vivente merita. Ma gli umani troppo spesso dimenticano tutto ciò e dimostrano con la discriminazione un’unica cosa: LA PAURA.

Paura per i passi al buio, per tutto ciò che non fa parte della sicura ma monotona “normalità”. Il consiglio che vi posso dare è quello di trasformare la paura in un punto di forza per spostare i vostri limiti invece di trasformare la paura in un mostro. Il vostro Viro Coròn

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