La Divina Commedia di Zuccari diventa un viaggio in alta definizione

“Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la dritta via era smarrita” i versi di Dante riecheggiano nella storia e nella quotidianità di un tempo cupo, ma l’incedere con la speranza di giungere a “riveder le stelle” accompagna il procedere. Il 2021 è l’anno che ricorda il sommo poeta e, nel primo giorno del settecentenario dalla sua morte, le Gallerie degli Uffizi rendono visibili, per la prima volta online, tutti i disegni che illustrano l’opera dantesca realizzati da Federico Zuccari alla fine del Cinquecento.
Il corpus di 88 fogli è stato digitalizzato in alta definizione e organizzato secondo un percorso supportato da un apparato didattico commentato da Donatella Fratini, curatrice dei disegni dal ’500 al ’700 degli Uffizi. La grande opera illustrativa prende vita tra il 1586 e il 1588, periodo nel quale Zuccari soggiornava in Spagna, l’intera raccolta entra a far parte della collezione degli Uffizi nel 1738. A causa della delicatezza e fragilità di un’opera come questa solo pochi avevano potuto ammirarla ed era stata, parzialmente, esposta al pubblico in due occasioni: durante la mostra dantesca tenuta a Firenze in Palazzo Medici-Riccardi nel 1865 e alla Casa di Dante in Abruzzo nel 1993. Lo spessore della collezione si percepisce già dalla tavola che rappresenta l’inizio del racconto del poeta, in cui Zuccari condensa in una sola illustrazione, estremamente esaustiva, tutto il primo canto dell’Inferno.
Dante appare simultaneamente per cinque volte nel disegno e le posizioni in cui viene presentato narrano visivamente la paura, l’inquietudine, lo smarrimento dell’uomo che non è più padrone del proprio destino. Vi sono inoltre rappresentate le tre fiere, sinonimo di lussuria, superbia e cupidigia e al centro della scena la figura eretta, rassicurante, giusta di Virgilio. La grande conoscenza e ammirazione che Zuccari aveva nei confronti del poeta e della Commedia è percepibile già in questo primo disegno in cui l’iconografia è sapientemente descrittiva dei versi del poema e degli stati d’animo dell’uomo perso in se stesso.
Le 28 opere dedicate all’Inferno hanno l’alternanza cromatica della pietra rossa e della pietra nera spesso riferibile alla differenza tra anime dannate e luoghi dell’oltretomba, assolutamente permeante nel tracciare il profilo del racconto. Per i luoghi dell’espiazione del Purgatorio l’artista decide di usare un inchiostro bruno a volte leggermente acquerellato. Tale tecnica era usata in ambito fiorentino per rappresentare al meglio i corpi illuminati da una luce di ambientazione naturale e omogenea. Lo studio tonale dei passaggi nei vari luoghi dell’oltretomba è un’aggiunta alla documentazione veritiera della narrazione.
Il Purgatorio sorge sulla terra ed è attraversato dai raggi solari, questo il libro su cui Zuccari si è soffermato per più tempo producendo infatti il più cospicuo numero di disegni dell’intera raccolta; il Paradiso è composto da 11 tavole in cui vengono condensate le cromie dei libri precedenti quasi a voler evidenziare la completezza della contemplazione divina. L’ultima illustrazione, quella dell’ascensione di Dante e Beatrice all’Empireo è una celebrazione architettonica della grazia divina in cui il richiamo alla cupola esalta la centralità e la grandezza della trinità. —
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