La casa “dei morti” di Joyce a rischio: appello per evitare la sparizione
Al n. 15 di Usher’s Island lo scrittore ambientò l’ultimo racconto di Gente di Dublino e ci abitarono le sue zie. Il docente John McCourt lancia la mobilitazione
TRIESTE Mai come in questi tempi bui tanti luoghi della letteratura rischiano di sparire. Come accadde a Trieste per la Pasticceria Pirona, ora a Dublino è in pericolo uno degli edifici ancora esistenti legati alla vita e all'opera di Joyce: la cosiddetta “casa dei morti”, e il mondo delle lettere è in subbuglio. C’è un’ipotesi di sopraelevare l’edificio di due piani, snaturandolo totalmente, e di cambiarne la destinazione d’uso.
Il racconto “I morti” è tra i testi più emozionanti dell'intera storia della letteratura mondiale, in poche pagine James Joyce ha condensato la storia d'un rapporto matrimoniale messo in crisi da fantasmi del passato, proponendo al lettore una lacerante riflessione sull'effimerità di cose, persone e rapporti. Tutto passa, tutto muore, restano solo i ricordi. Il racconto chiude la raccolta “Gente di Dublino” pubblicata nel 1914 e venne scritto da Joyce a Trieste nel 1907, di ritorno da un fallimentare soggiorno romano. Da Trieste Joyce seguita a tenere in vita il suo ricordo di Dublino e, per una volta, non sottolinea gli aspetti “paralizzanti” di una società gretta dalla quale si è volontariamente esiliato, ma descrive la qualità più lodevole del popolo irlandese: la sua ospitalità.
La vicenda de “I morti” si svolge a inizio '900 durante i festeggiamenti dell'epifania nell'appartamento delle sorelle Morkan, al primo piano della “squallida, tetra casa” al n. 15 di Usher's Island sulla riva meridionale del Liffey vicino al Phoenix Park che, quella sera di festa, è però tutta illuminata e piena di vita, canti e animate conversazioni sull'opera lirica italiana e i grandi cantanti dell'epoca. Arrivano gli ospiti infreddoliti dalla giornata nevosa, ma li scalda l'accoglienza delle anziane sorelle, insegnanti di musica, che hanno preparato un'elaborata cena. Il più atteso è il nipote Gabriel e la sua bella moglie Gretta. Il resto v'invitiamo a leggerlo perché il racconto è un vero capolavoro.
Il problema è che ora la casa risalente al 1775, in classico stile georgiano e in stato di abbandono dal 2017, rischia seriamente d'essere ampliata e trasformata in un ostello di 56 camere. L'impresa di costruzioni McCabe & Stynes ha già ottenuto dalla municipalità di Dublino tutte le autorizzazioni necessarie.
Per i cultori di Joyce, la “casa dei morti” non ha solo un valore letterario (nella vicina Watling Street è ambientato “Finnegans Wake”), ma anche biografico, perché a fine dell'800 le zie di Joyce abitavano a 15 Usher's Island, dove – come nel racconto – gestivano una scuola di musica.
Dalle pagine dell'Irish Times, John McCourt ha lanciato l'allarme che è stato subito seguito da una raccolta di firme e da moltissime prese di posizione istituzionali, che richiedono che 15 Usher's Island venga acquistata dallo Stato, restaurata e destinata ad attività culturali. E' già troppo lunga la lista di luoghi joyceani spariti dalla mappa di Dublino, una città che vive sul mito di Joyce. Anziché reclamare da Zurigo le spoglie mortali del più grande scrittore modernista, la municipalità di Dublino dovrebbe pensare piuttosto a preservarne i monumenti della sua memoria. —
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