La barbabietola è d’oro per il cuore e il fegato
Appartiene alla stessa famiglia di bietole e spinaci (Chenopodiacee) ma a differenza di questi della barbabietola si mangia anche la radice, oltre alle foglie che hanno un gusto intenso e leggermente amaro simile a quello della bietola, e un valore nutritivo superiore a quello della radice (in particolare contengono molto più ferro e calcio). Il colore caratteristico della barbabietola è rosso scuro a tratti violaceo, ma ve ne sono anche di bianche, rosate o dorate. Si può mangiare sia cotta che cruda, un ottimo modo per sfruttare al massimo le sue proprietà è utilizzarla sotto forma di succo fresco. Secondo la medicina cinese, che si basa sul sistema delle corrispondenze, il colore rosso della barbabietola indica che è affine al cuore e pertanto utile al buon funzionamento del sistema cardiovascolare. Come spesso accade gli studi scientifici lo confermano, infatti è stato ampiamente dimostrato che i nitriti contenuti nella barbabietola si trasformano in ossido nitrico, una molecola che ha un effetto vasodilatatore e pertanto riduce la pressione sanguigna e favorisce il flusso di sangue a tutti i tessuti. Questo effetto è molto utile anche in ambito sportivo.
Recenti studi suggeriscono che un notevole supplemento di nitrati attraverso la somministrazione di mezzo litro di succo di barbabietola migliorerebbe la performance atletica, in particolare nei ciclisti. L’ossido nitrico, oltre a permettere un maggiore afflusso di sangue ai tessuti, diminuisce la richiesta di ossigeno da parte dei muscoli. Tutto ciò favorisce l’attività muscolare durante l’esercizio migliorando la resistenza fisica.
Oltre all’ossido nitrico il succo di barbabietola contiene anche altri composti metabolicamente attivi, tra cui la betaina, diversi antiossidanti e polifenoli. Grazie alla presenza di alcuni di questi composti, che stimolano i processi di disintossicazione del fegato, per lungo tempo la barbabietola è stata utilizzata per curare i disturbi di quest’organo. Inoltre la betacianina, il pigmento che le conferisce il color rosso purpureo, sembra svolgere una potente azione anticancerogena. In particolare, grazie anche all’effetto positivo delle sue fibre sulle funzioni dell’intestino e sui i livelli di colesterolo, ha dimostrato avere un ruolo protettivo nei confronti del tumore al colon. In seguito all’assunzione delle barbabietole alcune persone possono presentare una colorazione rosastra delle urine e delle feci, fenomeno del tutto innocuo.
Le barbabietole di buona qualità devono presentare le parti verdi intatte e fresche. Foglie leggermente flosce possono ritornare fresche se messe in un recipiente d’acqua in frigorifero. Le barbabietole fresche con le foglie attaccate si mantengono in frigo per 3-5 giorni, mentre quelle prive di foglie per 2-4 settimane. Pertanto è consigliabile tagliare le foglie (lasciando 5 cm di gambo) affinché non sottraggano umidità alla radice. In questo modo le foglie non lavate dureranno in frigo per circa 4 giorni e potranno essere cucinate come degli spinaci. Le radici vanno sciacquate delicatamente in acqua corrente, dopodiché possono venire utilizzate crude, grattugiate nelle insalate o spremute insieme ad altre verdure e frutta, oppure si possono cucinare a vapore o saltate in padella come nella ricetta del wok di verdure di stagione che trovate su www.alimentazionesalutare.com
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