Kyle Eastwood, non soltanto il figlio di Clint

Arriva stasera a TriesteLovesJazz il bassista e compositore, che presenta il suo ultimo album “The view from here”
Di Gianfranco Terzoli

TRIESTE. Il basso vola in alto. Al TriesteLovesJazz stasera alle 21 in piazza Verdi con ingresso libero arriva Kyle Eastwood, ricordato sempre meno come il figlio del leggendario attore e regista e sempre più rispettato come musicista, autore e bandleader di un quotato quintetto, la Kyle Eastwood Band.

Nel corso degli anni, Eastwood si è affermato come un virtuoso delle quattro corde e come talentuoso compositore. Al suo attivo, sei album e la partecipazione ai più prestigiosi festival di tutto il mondo, da Parigi, agli Stati Uniti, alla Corea del Sud passando per il Giappone, la Germania e l'Inghilterra. Eastwood ha inoltre firmato come compositore ed esecutore moltissime colonne sonore, collaborando con il padre per successi cinematografici come “Gran Torino”, “Million dollar baby”, “Mystic River” e, nel 2013, al nuovo film in uscita diretto dallo stesso Clint Eastwood “Jersey Boys”, registrando la soundtrack a Hollywood.

A Trieste presenta il suo ultimo album, “The View From Here”, che strizza l'occhio sia ai suoni classici che alle sfumature del modern jazz. E dove dimostra grande abilità sia con il contrabbasso che con il basso elettrico (strumenti che dice di alternare a seconda dei generi proposti). E dove riscopre il patrimonio musicale che lo riporta indietro, alla colonna sonora della sua infanzia. “A essere figlio di Clint Eastwood” è solito rispondere “c'è del buono e del meno buono: io cerco di conciliare entrambe le cose”. Di certo, la fama del padre, appassionatissimo di jazz (Kyle ricorda la sua grandissima collezione di 78 giri e di aver ascoltato fin da piccolo Miles Davis, Dave Brubeck e Thelonius Monk) e come la madre, pianista egli stesso, gli ha aperto i camerini di molte stelle. Trasferitosi all'età di un anno in California, da quando ne aveva otto frequenta infatti il Monterey Jazz Festival (“per noi era diventata una gita annuale di famiglia”), riuscendo a incontrare nel backstage grandi artisti come Ella Fitzgerald, Sarah Vaughan e Count Basie, «che - dirà poi - hanno molto influito sulla sua musica».

Ma ricorda di aver visto anche Stan Getz, Art Pepper, Dizzy Gillespie. «La vista di tutti quei grandi musicisti mi ha invogliato a suonare uno strumento e spronato a raggiungere quei livelli». Prende lezioni di piano, poi impara la chitarra per apparire con il padre nel film “Honky Tonk Man”. Quindi studia cinema, pensando a una carriera da regista, ma il richiamo della musica è troppo forte. E così si avvicina al basso, debuttando nel 1998. Oggi la sua musica trasuda di toni swing, groove e funk.

«Le mie radici rimangono nel jazz, ma mi piace aggiungere ogni tipo di sapore» spiega Eastwood. Da otto anni risiede a Parigi e i suoi ultimi lavori rivelano una commistione di stili e una virata verso la world music. «Il jazz è il mio primo amore, ma ascolto un sacco di generi. Ho sempre amato la musica di altri paesi. Vivendo in Francia, sento un sacco di musica del Nord Africa e del Medioriente e alcune di queste influenze si possono apprezzare nella mia nuova incisione».

A Trieste, Eastwood sarà accompagnato da Andrew McCormack al piano, Quentin Collins tromba, Chris Higginbottom batteria e Graeme Blevins sax. «Suonando insieme - dice - abbiamo sviluppato la chimica di una vera band. Abbiamo scritto un sacco dei nuovi brani insieme, sia durante le prove che durante il tour dello scorso anno in tutta Europa».

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