“Krieg macht frei” guerra e speculatori nel mirino della satira
Dal 2014 a oggi si è assistito a Trieste e in regione, complice la celebrazione del Centenario, a un proliferare d’iniziative culturali dedicate alla Grande Guerra, dalle mostre agli spettacoli teatrali e musicali. Ma tranne qualche eccezione, come la pregevole pièce “Le avventure del bravo soldato Svejk”, in scena a Mittelfest l’anno scorso, raramente la guerra è stata osservata attraverso la lente deformante della satira.
Si cimenta in questa delicata impresa la performance teatrale “Krieg macht frei”(La guerra rende liberi), in scena stasera alle 21 al Museo Ferroviario di Campo Marzio. Tratto da un testo e dai disegni del più dissacrante tra gli artisti triestini, Ugo Pierri, lo spettacolo si avvale della regia di Lino Marrazzo, delle musiche dal vivo di Paolo Venier e dei video di Maurizio Bressan. Sul palco tre grandi interpreti, Lorenzo Acquaviva, Aldo Vivoda e Ivan Zerbinati, per inscenare uno spaccato di vita in cui la Grande Guerra è soltanto un pretesto per narrare grandi e piccole miserie del genere umano.
La vicenda portata sul palco è al tempo stesso semplice e feroce: ci sono due borghesi seduti a un tavolino del bar nel momento in cui viene annunciato l’assassinio dell’arciduca Ferdinando. Lo scoppio della guerra rende i due particolarmente lieti, perché per le loro fabbriche il conflitto rappresenta una fonte certa di guadagno: venderanno tanti scarponi e divise. L’interesse per il profitto sovrasta ogni tipo di rispetto nei confronti dell’umanità, un po’ come in quell’intercettazione telefonica saltata alla ribalta delle cronache pochi anni fa, quando dopo il terremoto due imprenditori aquilani sghignazzavano al telefono pensando agli appalti che avrebbero ottenuto per la ricostruzione della città.
Ai due speculatori senza scrupoli si affianca un invalido di guerra, felice della sua condizione perché lo Stato gli garantisce una pensione. Infine arriva un suonatore ambulante, che interpreta la parte più onesta del Paese, quella capace di ribellarsi all’ordine costituito, e attraverso le sue canzoni cerca di raccontare ciò che realmente accade sui campi di battaglia. I due borghesi lo odiano e imprecano contro di lui, lodando invece l’invalido, che però lentamente, ascoltando il suonatore, prenderà coscienza della sua reale condizione.
Racconta Lino Marrazzo: «La maggiore difficoltà nella resa di questo lavoro è stata quella di trasformare un testo e dei personaggi molto fumettistici, nati dalla creatività di Pierri, in uno spettacolo teatrale. Per farlo ho pensato a una regia al di fuori dei canoni classici, in cui agli attori dal vivo si aggiungono delle ombre cinesi, ricavate dai disegni di Pierri, un mix che sul palco sembra funzionare. Il testo ha un grande ritmo, fatto di battute continue. Sarcasmo e humour nero sono i suoi marchi di fabbrica. I personaggi non hanno vita propria, ma nascono e muoiono come succede sempre nel campo fumettistico. Non è la prima volta che tratto nei miei spettacoli il tema della Grande Guerra – conclude -, ma in questo caso l’approccio è completamente diverso: “Krieg macht frei” è una vera e propria satira contro la guerra».
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