Katia Ricciarelli canta a Trieste la sua fiaba lunga cinquant’anni

La cantante il 1 ottobre al Verdi festeggia mezzo secolo di carriera «Da bambina pensavo che la mia voce fosse una malattia, invece era una benedizione»
16/01/2017 Roma. Rai. Trasmissione televisiva Porta a Porta. Nella foto Katia Ricciarelli
16/01/2017 Roma. Rai. Trasmissione televisiva Porta a Porta. Nella foto Katia Ricciarelli

TRIESTE «A Trieste respiro un’aria culturale diversa, non sembra nemmeno di essere in Italia» Il complimento, condito da una frecciatina, lusinga la spesso ribadita consapevolezza dei triestini di essere grandi amanti del teatro e proviene da un’artista che di palcoscenici prestigiosi ne ha visti moltissimi in 50 anni di carriera: Katia Ricciarelli. La cantante ritorna dopo aver aperto, ma in veste di regista, la scorsa stagione del Teatro Verdi e in un incontro nella Sala Azzurra del municipio presenta il suo nuovo progetto, «Vivere una fiaba», spettacolo creato da Graziella Terrei della Magic Effect Production per festeggiare l’importante traguardo della celebre cantante e coorganizzato dal Teatro lirico Giuseppe Verdi che lo ospiterà martedì 1 ottobre alle 21 sul suo storico palcoscenico, in collaborazione con il Comune di Trieste.

C’è un legame forte tra la città e la Ricciarelli, che in passato ha calcato queste scene da cantante e che ora le modella da regista, dato che firmerà anche l’apertura della stagione corrente con un doppio evento, il 29 novembre e il 1 dicembre: Turandot e Aida, due grandi titoli dei quali curerà la regia in tandem con Davide Garattini.

Ma il grande autunno triestino nel segno della Ricciarelli inizierà con la serata di gala che vedrà protagonisti Mario Biondi, Morgan, Ron, l’orchestra della Fondazione diretta da Fabrizio Maria Carminati, ma anche Vittorio Sgarbi e l’attore Piermaria Cecchini, mentre Alfonso Signorini curerà la presentazione della serata che verrà trasmessa in differita sulle reti Mediaset. Si potranno ascoltare le parole della Ricciarelli, quelle del suo libro autobiografico, ma anche la sua voce, accompagnata dalla tribute band QueenMania. Non solo opera per festeggiare questo importante traguardo artistico, anzi, un incontro di generi soprattutto» altri«, come è ormai consuetudine per diversi celebri cantanti lirici e per la stessa Ricciarelli, che non è nuova a esperienze multigenere, come ci racconta dopo l’incontro con la stampa e le autorità: «Negli ultimi anni mi sono avvicinata a molti cantanti di musica leggera e ho duettato con loro. Non credo si tratti di contaminazioni, ma soltanto della capacità di stare al passo con i tempi».

L’hanno affiancata nella presentazione dell’evento sovrintendente e direttore del Teatro Verdi Stefano Pace e Antonio Tasca, l’assessore ai grandi eventi Francesca De Santis e l’assessore alla cultura Giorgio Rossi, che ha definito la Ricciarelli come uno di quei personaggi che possono dare ai giovani la speranza di un futuro in tempi difficili per il settore, perché oggi abbiamo bisogno di persone che rappresentino emozioni. La Ricciarelli ha sempre sognato di fare la cantante lirica, con quella voce che da bambina credeva «fosse una malattia e invece era una benedizione». Ci è riuscita con la convinzione che «quando si ha un sogno bisogna andare fino in fondo», per questo si impegna affinché giovani e giovanissimi trovino la loro strada nell’opera, da protagonisti o da spettatori appassionati, come ci spiega:«Mi occupo molto dei giovani, anche attraverso l’insegnamento in Opera Studio. Anche in questa serata ne presenterò alcuni di notevole talento. Dobbiamo dare una svolta, per questo mi impegno nella diffusione del melodramma tra i bambini, ai quali ho dedicato un libro per parlare del mondo magico dell’opera, così pieno di fascino perché riesce a contenere tutto. Loro ne rimangono affascinati, ma occorre farglielo conoscere». —


 

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