Jazz scomposto e ricomposto con il Trio Cubism
TRIESTE Il jazz si ricollega all’arte cubista in un progetto dove le forme e i soggetti rappresentati sono quelli del jazz tradizionale, rappresentato però in modo distorto, scomposto e ricomposto. Come nel cubismo. Il Trio Cubism (Flavio Davanzo, tromba, Giovanni Maier, contrabbasso e Aljoša Jeric, batteria) conclude stasera alle 21, nel parco di San Giovanni, “La casetta musicale”, rassegna estiva a ingresso libero a cura de Il Giardino Musicale organizzata da Nadir Pro in collaborazione col Dipartimento di salute mentale.
Jeric ha collaborato, tra gli altri, con Mark Turner, Matt Brewer, Daniele D’Agaro, Francesco Bearzatti, Dusko Gojkovic e Gianni Basso. Davanzo ha suonato con Tony Scott e Kenny Wheeler, insegna tromba classica e moderna in vari istituti e conservatori ed è il direttore della Shipyard Big Band.
«Nell’arte figurativa - spiega Maier, docente al Dipartimento di jazz del Tartini ed esibitosi al fianco di Enrico Rava, Gianluigi Trovesi, Paolo Fresu, Stefano Bollani e molti altri - il cubismo semplifica le forme, raffigura il soggetto guardandolo da diversi punti di vista e le forme vengono scomposte nelle loro parti essenziali e ricomposte sulla tela. Questo però rende i soggetti dei punti spesso quasi indecifrabili. Con il nostro trio succedono le stesse cose in un contesto musicale e questo tipo di atteggiamento ci permette di ripercorrere in maniera più attuale, se non addirittura personale, il repertorio del “Great American Songbook”».
La Casetta ospita un progetto musicale a cura di Davanzo, Paolo Bernetti e Riccardo Morpurgo. «Il Giardino Musicale - spiega Davanzo - è un laboratorio musicale. Chiunque lo volesse può presentarsi con uno strumento e improvvisare».
Concerto del Trio Cubism alle 21 al parco di San Giovanni.
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